Lettera al direttore

Politica

Profughi a Savona, riflessioni del Silp Cgil

Seguo, con dispiacere, quanto accade in queste ore nella mia città sul tema immigrazione; il
problema è sempre lo stesso, ovvero ricercare degli Hub per lo smistamento dei profughi così
come richiesto dalle diverse Prefetture.

A Savona l’iniziale ipotesi del campo sportivo “don Aragno” di Legino, sito inizialmente individuato per ospitare i profughi ha suscitato le proteste degli abitanti e, quando ci si è orientati verso l’ex ostello “Villa De Franceschini” alla Conca Verde, si è registrato, nuovamente, il non gradimento da parte dei residenti di quel luogo.

Pur comprendendo le ragioni di chi si sente oggetto del problema, se di problema si tratta, faccio osservare quanto esso ci coinvolga ormai da tempo. Infatti, un simile tema, spesso fonte di un diffuso malcontento quasi in tutto il Paese, si pone spesso e di frequente come accaduto di recente in Sardegna a seguito dell’arrivo di 931 migranti salvati nei giorni precedenti al largo delle coste libiche e giunti nel porto di Cagliari con la nave norvegese Siem Pilot.

Anche in tale circostanza sono sorte polemiche di vario genere tra la popolazione per non ricordare quanto accaduto a Giugno nella tendopoli di Rosarno e San Ferdinando in Calabria. Nella sola realtà Siciliana si affronta un simile delicato problema tra mille difficoltà e problemi perché, lo ricordo, siamo in presenza di un esodo di dimensioni bibliche che non riguarda solamente il nostro territorio nazionale.

Situazione che sta, peraltro, mettendo a dura prova le forze di Polizia con il personale che, anche a Savona, si sacrifica – giornalmente -, per portare a compimento le varie procedure connesse con l’identificazione, il trasferimento, nonché il controllo dei migranti, attività suppletiva che si “aggiunge” ai tanti compiti a cui gli operatori devono quotidianamente far fronte al fine di mantenere alti gli standard di sicurezza per i cittadini.

Soluzioni, a breve, non ve ne sono stante la necessità di coinvolgere in maniera più incisiva l’UE in un ragionamento organico che non veda solamente i Paesi costieri alle prese con il delicato fenomeno migratorio. Ciononostante, credo sia giusto richiamare i cittadini, anche quelli savonesi, ai doveri di ospitalità e accoglienza propri di un territorio che, come il nostro, ha sempre saputo dare prova di genuino altruismo.

Per questo non ci si deve lasciare influenzare da chi intende strumentalizzare eventi e situazioni come quelle, epocali, oggi in atto che utilizzano impropriamente il tema della paura, che nulla ha a che vedere con i richiedenti asilo, acuendone così il problema che non ci nascondiamo esistere. Non ci scordiamo infine che, noi Liguri, siamo sempre stati, nostro malgrado, un popolo migratore, penso infatti al mio cognome che ha oggi, senza ombra di dubbio, una maggiore diffusione in America Latina che in Liguria.

Di certo, oltre che a “mettere a regime un serio piano di accoglienza” che garantisca ospitalità e sicurezza, credo occorra, quale antidoto, una reazione vera da parte del Paese tesa a invertire una crisi economica che, falcidiando posti di lavoro, riduce la speranza in un futuro lavorativo certo. Se sapremo concentraci prioritariamente su questo tema strategico quanto prioritario per l’Italia, forse potremo anche dissipare i tanti fantasmi che si agitano su argomenti che, per la loro complessità, necessitano di ampi interventi sovranazionali ma che non possono mai divenire un alibi rispetto ai tanti problemi ancora irrisolti del nostro Paese.

                                                                                 Daniele Tissone, segretario generale Silp Cgil

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