Niente da fare

Giustenice, respinta la mozione di Rozzi: niente recesso dal Consorzio Energia Veneto

Il consigliere di minoranza: "Se la politica non è in grado di 'punire' i comportamenti sbagliati siamo destinati a vivere in un contesto marcio e sotto ricatto"

Giustenice

Giustenice. Il consiglio comunale dello scorso 28 giugno ha respinto la mozione, presentata dal consigliere di minoranza Ivano Rozzi, in merito al recesso dal Consorzio Energia Veneto.

Il capogruppo della Lista Civica per Giustenice aveva presentato la mozione in seguito ad una indagine sul CEV di Verona e sui suoi vertici. “Una indagine – ha spiegato durante la seduta straordinaria del consiglio – che dovrebbe fornire prezioso insegnamento a chi ritiene che per problemi complessi siamo sempre disponibili soluzioni semplici. Chi ha avuto l’idea della riduzione delle stazioni appaltanti allo scopo di ottenere riduzione dei costi, maggiore trasparenza e lotta alla corruzione, ha sbagliato perché, nel contesto attuale, sia normativo che operativo, si è rivelato un fallimento. E gli elementi che ci fanno pensare sono quelli che rileviamo da quando il Cev, indicato tra questi soggetti aggregato, è entrato nella bufera, esattamente perché la sua attività di soggetto aggregatore, secondo quanto emerge dall’inchiesta, non avrebbe consentito di ridurre i costi, assicurato maggiore trasparenza, eliminato la corruzione”.

“Al contrario – ha proseguito l’ex sindaco – secondo le indagini (ovviamente il tutto è ancora da dimostrare) il consorzio null’altro sarebbe stato se non una scatola vuota, ma utile assai per convogliare le risorse di migliaia di comuni relativi agli appalti dell’energia esclusivamente verso aziende in cui assetti proprietari sono tutti quanti riconducibili ad alcuni vertici amministrativi del consorzio. Insomma, il Cev pare abbia posto in essere una mega truffa, un sistema scientifico di turbativa d’asta, per mettere fuori gioco i concorrenti dagli appalti che ha gestito per conto delle amministrazioni che si sono affidate alla sua funzione di centrale unica, in modo da far aggiudicare gli appalti alle sole ditte di riferimento. Un vero e proprio cartello anticoncorrenziale, travestito con la veste nobile di soggetto aggregatore”.

La Lista Civica per Giustenice, ha concluso Rozzi, “si aspettava un po’ più di attenzione ed anche una preventiva informativa”: da qui la richiesta di “approfondire la vicenda rendendo noti alla cittadinanza tutti i risvolti che questa cupa vicenda potrebbe avere sul nostro Comune”. Richiesta alla quale ha risposto il sindaco Mauro Boetto, che ha rivelato come le verifiche fossero già state eseguite e che, a fronte del fatto che il Consorzio CEV è regolarmente iscritto all’Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti, non si ritiene in questo momento ci siano motivazioni idonee per esercitare il recesso dal Consorzio, così come già deciso da altre amministrazioni.

Una decisione che Rozzi contesta: “Quando la politica al suo interno non è in grado di ‘punire’ con le forme legittime dello Stato i biechi comportamenti di aggregazioni del tipo in questione si è purtroppo destinati a vivere in un contesto marcio e sotto continuo ricatto – accusa il consigliere di minoranza – La vicenda CEV, non adeguatamente pubblicizzata dai media, riguarda migliaia di Comuni in Italia, che al momento dei provvedimenti dell’ANAC di Raffaele Cantone avrebbero dovuto attivare un forma di recesso in massa; e invece pare che solo pochi si siano preoccupati di accertare il danno eventuale che ne potrebbe scaturire da una vicenda ancora tutta da scoprire. Intanto, si stanno costruendo in Italia i regimi di monopolio su luce, gas, acqua nascosti sotto forma di consorzi privati a matrice pubblica destinati a far crescere le tariffe e a far business per pochi eletti”.

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