Il caso

Il consultorio familiare dell’Asl di Albenga è sotto organico, famiglie costrette a rivolgersi ai privati

Il responsabile Dessì: ""Stiamo lavorando e facendo il possibile per potenziare la struttura con l'arrivo di nuove figure per ridurre le liste d'attesa"

medici

Albenga. Al consultorio familiare Asl di viale 8 marzo ad Albenga l’organico per far fronte alle richieste degli utenti è insufficiente. Il direttore Dino Dessì getta acqua sul fuoco e cerca di rasserenare gli animi: “Stiamo lavorando e facendo il possibile per potenziare la struttura con l’arrivo di nuove figure per ridurre le liste d’attesa. E’ questione davvero di poco tempo, ma è pur vero che sono pochi coloro che si lamentano per il trattamento offerto dalla nostra struttura”.

Ma di fatto ci sono genitori, come la mamma di un bambino di 3 anni di Alassio, che si ritiene per nulla soddisfatta del servizio. “C’è una situazione di disagio in quanto le attività di logopedia e psicomotricità non riescono a soddisfare le esigenze del territorio. Questo vuol dire che numerosi bambini con difficoltà gravi (spettro autistico, autismo e altro) sono in lista d’attesa per ricevere questi sevizi da più di un anno o da mesi, quindi letteralmente abbandonati con le loro difficoltà per mancanza di personale che nonostante le varie promesse non arriva mai”.

Che cosa succede allora? “I più fortunati – spiega – riescono ad organizzarsi privatamente anche se questo vuol dire cmq un grande sforzo economico, considerando che ogni seduta da un terapista varia da 60/70 euro all’ora e servono almeno 3 ore a settimana per ottenere un risultato. Questa situazione si sta trascinando in maniera vergognosa a spese di tante famiglie disperate che devono già fare i conti tutti i giorni con numerose problematiche. Ogni mese di terapia per questi bambini è  prezioso, la terapia può cambiare loro il futuro – dice la mamma – Mio figlio è stato preso in “carico” dal consultorio il 14 agosto 2015 e stiamo ancora aspettando. Nel frattempo quello che era solo un sospetto adesso si è trasformato in spettro autistico con una disabilità grave certificata dalla stessa asl di Albenga, che a questo punto non sappiamo che diritti ci possa dare a parte il macigno sullo stomaco per aver associato il nome di nostro figlio alla parola disabile grave. Noi facciamo parte delle famiglie “fortunate” che sono riuscite a dare una terapia in forma privata a nostro figlio e comunque ci sentiamo presi in giro, abbandonati e disperati. Come si sentiranno le famiglie meno fortunate di noi non riesco proprio a immaginarlo”.

La situazione è ben nota anche a livello politico: “Roba da terzo mondo – la definisce apertamente Eraldo Ciangherotti, medico ma soprattutto consigliere comunale ed ex assessore ai Servizi Sociali –  Mi associo senza alcun indugio alla protesta della mamma che sono certo sia pienamente condivisa da tante altre famiglie che negli ultimi mesi mi hanno riferito di questo disservizio e che sono costrette a rivolgersi al privato, mettendo mano al proprio portafogli. Mi auguro il commissario dell’Asl2 savonese Porfido trovi subito le risorse per ripristinare questo servizio essenziale per i bambini, soprattutto a supporto anche delle famiglie. Faccio parte del mondo della libera professione sanitaria, ma mai smetterò di difendere la sanità pubblica, perchè il cittadino italiano paga le tasse ed ha diritto ad avere un Servizio sanitario nazionale dignitoso per servizi e prestazioni erogate”, conclude Ciangherotti.

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