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Campo profughi a Savona, Arci: “No a clima di intolleranza e allarmismo” fotogallery video

Legino protesta anti migranti

Savona. “Siamo fermamente preoccupati per il clima di intolleranza e allarmismo che sta pervadendo la nostra comunità e dichiariamo che la logica di una guerra tra poveri non ci appartiene. Comprendiamo i timori e le paure degli abitanti di un quartiere come Legino che apprendono la notizia dell’apertura del centro senza una spiegazione adeguata di ciò che sta succedendo e che potrebbe succedere in un clima generalizzato che spinge alla paura del diverso, ma condanniamo fermamente chi, animato da razzismo, o da opportunità politica, soffia sul fuoco del disagio con il solo risultato di creare fratture insanabili all’interno della comunità”. Lo afferma in una nota l’Arci di Savona dopo l’incontro di ieri sera a Legino. E alle parole dell’Arci si associano anche la SMS Fornaci – Giardini Serenella e la SMS Fratellanza Zinolese.

“Contemporaneamente non possiamo non considerare anche le paure di altri uomini e donne, di chi arriva sul nostro territorio dopo essere fuggito da governi dittatoriali, dalla guerra, da violenze inimmaginabili, di chi ha vissuto le violenze spropositate della Libia e ha infine attraversato il mare, vedendo morire tanti compagni di viaggio accanto a se. Affermiamo con convinzione che i diritti di qualcuno non sono mai lesivi per i diritti di altri e che le battaglie per i diritti sociali non possono essere combattute se non in maniera globale: Savona è una città che ha una tradizione di valori sociali, di solidarietà, di rispetto dell’altro e di accoglienza che, mai come oggi, devono essere recuperati e ribaditi con forza a beneficio di tutti. Esortiamo i cittadini savonesi a non lasciarsi travolgere da sentimenti di odio verso chi è straniero, a non lasciarsi travolgere dalla paura e dalle preoccupazioni facendosi convincere che chi arriva da lontano sia un nemico da abbattere”.

“Chiediamo alla Prefettura, responsabile del progetto di fare chiarezza sulle modalità di organizzazione e gestione del campo, sulle dimensioni ipotizzate e sui tempi previsti, sia di permanenza nel centro di accoglienza sia – più in generale – dei tempi previsti per il progetto. E’ fondamentale recuperare il tempo perso, chiarendo la situazione e provando a costruire un dialogo con il quartiere, la città e la rete di associazioni e realtà cittadine coinvolte nel sociale. La non conoscenza degli argomenti, la sensazione che le decisioni siano calate dall’alto e senza adeguata valutazione dell’impatto sociale delle stesse genera solo allarmismi e terrore, elementi di cui sinceramente non si sente il bisogno. Inoltre invitiamo tutti i soggetti coinvolti ad esaminare anche soluzioni alternative valutando la reale necessità di un centro di accoglienza di grandi dimensioni sul nostro territorio nel momento in cui sta per essere approvato dalla conferenza Stato – Regioni il nuovo documento sull’accoglienza dei richiedenti asilo che porterà ad un superamento del sistema in essere”.

“Auspichiamo che la Prefettura avvii un dialogo con gli Enti Locali i cui territori sono coinvolti nei progetti di accoglienza di propria competenza, monitorando e indirizzando la diffusione dei centri, agendo sui gestori per prevenire i problemi, favorendo quell’accoglienza integrata che è il modello proposto dall’ANCI, che ha prodotto, nei territori in cui è stato applicato, un’accoglienza positiva dei migranti ed un arricchimento per le comunità locali. Esortiamo infine tutte le istituzioni, a partire dalla nuova giunta della Città di Savona, a non cavalcare il malcontento e le tensioni sociali ma, invece, a svolgere il proprio ruolo istituzionale di rappresentati di tutti i cittadini, collaborando assieme per far fronte al fenomeno epocale delle migrazioni, proponendo delle soluzioni e gestendo un sistema di accoglienza con regole che permettano realmente l’integrazione dei rifugiati nelle nostre città” conclude Arci Savona.

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