Tutti contro!

Paita: “A Savona sconfitta pesante, Pd accerchiato dalla conservazione” video

Il capogruppo Pd in Regione: "Serve riflessione seria, ma indietro non si torna. Un abbraccio a Cristina"

La notte delle elezioni, la vittoria di Giovanni Toti

Savona. Da una disfatta all’altra…Ed ecco il commento del capo gruppo Pd in Regione Raffaella Paita, sconfitta alle scorse regionali da Toti: “Il quadro nazionale ci consegna sconfitte pesanti nelle grandi città e una situazione a macchia di leopardo nelle città medie. Ciò che è certo è che c’è un fronte anti-Pd che somma opposizioni diverse e spesso in assenza di un progetto alternativo a noi, che ha come unico scopo bloccare il Paese e fermare il cambiamento in atto. A questa dinamica dobbiamo contrapporci dando ancora più slancio all’azione di Governo, senza paura e senza tentennamenti”.

“A Savona evidentemente queste forze della conservazione si sono ricompattate ribaltando il risultato del primo turno e favorendo la vittoria della Caprioglio, a cui comunque voglio fare i complimenti e gli auguri di buon lavoro. E’ indubbio però che i grillini l’abbiano votata. Non si spiegherebbe altrimenti il recupero del gap sul primo turno e l’avanzata di 4400 voti complessivi”.

“Il Pd ha pagato la stanchezza di tanti anni di governo della città e una crisi economica violentissima che è ricaduta tutta sulle nostre spalle. Non è certo stata colpa di Cristina Battaglia se abbiamo perso. Lei era la migliore candidata che potessimo mettere in campo. Ce l’ha messa tutta e ha fatto un gran lavoro. Non vorrei che adesso qualcuno provasse a puntare il dito su chi ci ha messo la faccia. A Cristina mando un grande abbraccio” afferma Paita.

“Quanto avvenuto ieri, in realtà, ci mostra un fenomeno ben più complesso, che non era stato abbastanza approfondito nell’ambito delle elezioni regionali dell’anno scorso e che confermerebbe il valore tutto locale e anche contradditorio di questa consultazione. In Liguria la crisi di un modello di sviluppo e il nostro ritardo regionale e locale a tracciare nuove coordinate di crescita soprattutto nelle città con alta presenza industriale hanno innescato dei processi di disaggregazione sociale che premiano la destra populista. Anche perché questa destra è oggi molto più in grado di garantire equilibri di conservazione di blocchi di potere e rendite di posizione che si oppongono alla trasformazione”.

“Dobbiamo quindi aprire una riflessione molto seria su come strutturare la nostra iniziativa politica nel ruolo di opposizione. Ma guai a un ritorno indietro. Perché rifugiarsi in antichi modelli, anche di alleanza, non servirebbe a nulla. L’unica possibilità è continuare nella sfida al cambiamento e rinnovare l’Italia, anche in vista del referendum, che a questo punto diventa decisivo per il futuro del Paese. Pertanto occorre che su questi temi si apra un dibattito sia interno al Pd sia fra il Pd e i cittadini, lasciando perdere i personalismi e i posizionamenti tattici, che hanno prodotto tanti danni” conclude l’esponente del Pd.

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