Albenga. I parlamentari Franco Vazio e Anna Giacobbe. I consiglieri regionali Andrea Melis e Luigi De Vincenzi. I sindaci del territorio, sia di centrosinistra che di centrodestra: Borghetto, Ceriale, Albenga, Alassio, Andora, Loano, Pietra Ligure, Villanova d’Albenga, Cisano sul Neva, Garlenda e valli ingaune. E poi Elio Guglielmelli, presidente dell’Unione Industriali, ed, in rappresentanza dell’azienda, Silvano Montaldo (che al momento ricopre il ruolo di liquidatore), Giulia Tassara (AD di Omniamedica) e Laura Gengo (presidente di Cooperarci, socia di minoranza di Gsl).
Insomma, c’erano praticamente tutti oggi pomeriggio all’Auditorio San Carlo per l’incontro convocato d’urgenza dal sindaco di Albenga Giorgio Cangiano all’indomani della risposta di Sonia Viale sul “caso Gsl”: tutti tranne la Regione che, nonostante fosse stata invitata, non ha inviato alcun esponente a spiegare a istituzioni e lavoratori a spiegare una lettera ritenuta, da tanti, eccessivamente “fumosa” e poco chiara.
Eppure in tanti speravano finalmente in una spiegazione che chiarisse in modo preciso le intenzioni della Regione sul futuro del reparto, alla luce di una situazione di incertezza che, soprattutto secondo i lavoratori, si trascina da troppo tempo. “Una situazione che purtroppo era annunciata – commenta Luigi De Vincenzi – perché il modo in cui è stata gestita dall’inizio, con l’annuncio da un giorno all’altro della chiusura di un reparto del genere, era chiaro che avrebbe portato a questo. Io già in quell’occasione avevo detto che secondo me c’era da ragionare indipendentemente dall’inchiesta giudiziaria. Non solo è un reparto di eccellenza, ma è una delle ragioni per cui l’ospedale di Albenga aveva una sua funzione”.
A fare rumore, in sala, è stata come detto soprattutto l’assenza della Regione, nonostante Cangiano avesse invitato sia Toti che Viale: “Sulle scelte dell’assessore Viale credo di aver già detto in tutti i modi cosa penso – commenta De Vincenzi – Io non ce l’ho con nessuno, ma penso atto che da una parte continua a rassicurare tutti, al Santa Corona e ad Albenga, e dall’altra sta facendo esattamente il contrario. Se questo ci porterà il 31 luglio ad avere la chiusura di Ortopedia sarà l’ennesima dimostrazione di quello che ho detto”.
“C’era una intenzione annunciata in campagna elettorale, ‘Albenga e Santa Corona insieme’ – ricorda De Vincenzi – mi parte che si stiano depotenziando tutte e due. O è un disegno o è una strategia, e allora qualcuno ce lo doveva dire. Certamente il risultato più veloce è quello che oltre alle dismissioni di Santa Corona, che per adesso sono state negate, ora c’è il problema del 31 luglio: io credo ci sarà da ragionare, credo sia una situazione molto pericolosa che potrebbe portare veramente a lasciare a casa 53 persone. Io spero che questi 10 giorni che si è presa la Regione servano per dire che c’è un futuro per questo reparto, in una forma o nell’altra. Anche perché ritengo che questa esperienza avesse in qualche modo consentito alla Regione un passo avanti dal punto di vista delle fughe”.
Ci sarà da ragionare, dice De Vincenzi; anche perché sarà impossibile trovare occupazione nella sanità pubblica per tutte le 53 persone ora alle dipendenze di Gsl. ”Viviamo questa situazione con disagio – conferma il consigliere regionale dei 5 Stelle Andrea Melis – perché è un altro problema occupazionale che si aggiunge ai tantissimi che già sono sul nostro territorio, Bombardier, Piaggio e Tirreno Power. Abbiamo uno scenario complesso. Noi vorremmo che il reparto di Ortopedia di Albenga tornasse ad eccellere in piena sinergia con l’ospedale Santa Corona, puntando a una combinazione vincente sempre sotto il cappello della sanità pubblica; chiaramente è necessario creare un percorso per assorbire i potenziali esuberi di questa ditta privata, che però dovrebbe essere la prima a interessarsi dei propri lavoratori, mentre ad oggi a noi non sembra ci sia traccia di particolari ricerche sul mercato di questa ditta di nuove opportunità di lavoro, nuove commesse o nuovi clienti. Sembra quasi un gioco al ricatto, mentre io credo si debba ragionare su una sanità pubblica che funzioni. Le potenzialità ci sono: creiamo un percorso per trovare la soluzione, per dare prospettive occupazionali a questi lavoratori, che sono dei professionisti e hanno tutto il diritto”.
Quella di Gsl rappresenta ora una delle tante crisi di questa provincia, ma forse la più inaspettata, visto che fino a poco tempo fa era decantata come un’eccellenza. “In effetti ha lasciato tutti di stucco questa decisione – è il commento di Elio Guglielemelli, presidente dell’Unione Industriali – ancora oggi non riusciamo a capire le motivazioni che hanno portato a questa scelta. Speriamo che proprio oggi venga fuori qualche argomentazione nuova e si possa capire, perché al di là del fatto che non condividiamo mai scelte che portano alla chiusura di aziende, almeno ci piacerebbe capire le ragioni”.
Parole dure contro la chiusura anche da parte del parlamentare Franco Vazio. “Noi riteniamo e speriamo che sia ancora una eccellenza, teniamo contro che questa è una struttura che ha numeri da capogiro: è la prima in Liguria, fa otto volte i numeri del San Martino e sei volte quelli del Galilea, c’è un risparmio ipotizzato di oltre 7,7 milioni e poi pare che non raggiunga gli obiettivi… Forse la lettura che ne dobbiamo trarre, salvo che oggi siamo smentiti, è quella che sia la risposta al protocollo firmato a settembre 2015 tra Lombardia e Liguria. Credo che questa sia una cosa molto importante, perché perdiamo un pezzo di sanità importante e rischiamo la chiusura dell’ospedale di Albenga. Questo è il vero problema, tutto il resto sono parole”.
E la risposta di pochi giorni fa di Sonia Viale, a quanto pare, non ha convinto nessuno. “Io ho letto la lettera dell’assessore Viale – commenta Vazio – mi passerà un neologismo, mi sembra più una ‘supercazzola’ dello Zingarelli utilizzata da ‘Amici Miei’ nel film: non si capisce cosa dica, e soprattutto prende in giro un intero territorio. Lei dice di essere chiara: io francamente non ho queste capacità di comprensione, credo che bisogna dire con chiarezza se si vuol chiudere l’ospedale di Albenga e Santa Corona e portare a curare i cittadini liguri in Lombardia. Questa credo sia la vera questione sul tavolo”.