Contro la regione

Caccia al capriolo e allo storno: proteste di Enpa e Lac

Le associazioni animaliste contestano le scelte della Regione: "Si nascondono dietro a danni all'olivicoltura fasulli"

storno

Savona. Apre oggi la caccia di selezione al capriolo maschio in provincia di Savona e l’Enpa critica la scelta.

“Con assoluta puntualità mai rispettata in altri settori la Regione Liguria, guidata dal Presidente Toti e dall’assessore alla caccia Mai, permette di uccidere, fino al 14 luglio e poi dal 15 agosto al 30 settembre, 1381 animali nelle 13 unità di gestione in cui è stata suddivisa la provincia, ogni lunedì, giovedì e sabato; a femmine e cuccioli le pallottole arriveranno da gennaio a metà marzo” dicono dall’associazione animalista.

“La Protezione Animali savonese attende invece da oltre sei mesi che organizzino il soccorso dei soggetti feriti, malati e in difficoltà, dopo che gli ambiti di caccia sono stati esentati dal recuperarli e a far fronte ad una situazione ogni giorno tragica sono, in provincia di Savona, soltanto i volontari dell’Enpa. Questa è la visione dell’ambiente e dei suo animali della giunta di centrodestra, in perfetta continuità filovenatoria con la precedente di centrosinistra. Ma Toti e Mai non si fermano. LAC ed ENPA segnalano che hanno pure approvato l’uccisione di 11.000 storni in autunno; una delibera uguale a quella dello scorso anno, bocciata dal TAR che ha condannato la Regione Liguria a rifondere alle associazioni ricorrenti le spese del ricorso. Una delibera assurda, con la scusa di tutelare l’olivicoltura, che dimostra invece il solo scopo di permettere a qualche centinaia di “appassionati” di sparare a mitraglia su incolpevoli volatili” proseguono dall’Enpa.

Continua la LAC: “La giunta regionale, per bocca dell’assessore alla caccia, si nasconde dietro la documentazione farlocca di 300 improbabili ‘segnalazioni di danno’; si tratta – appunto – di carta fasulla. Infatti la Regione Liguria non ha mai avviato le relative pratiche di risarcimento danni come prevede la normativa del settore, poiché si tratta di segnalazioni prive di autocertificazione, si vocifera firmate in buona parte da cacciatori o loro familiari, e di cui la Regione stessa si rifiuta di fornire ufficialmente i nominativi o il riferimento alle aziende agricole coinvolte”.

“Questi ‘danni all’olivicoltura’, che sono alla base della delibera, non sono mai stati suffragati da sopralluoghi e/o verifiche effettuate a nome o per conto della pubblica amministrazione. Per quanto riguarda il periodo proposto, oltretutto, i presunti eventuali danni sarebbero causati da popolazioni svernanti e non da quelle migratrici. A controprova della procedura assai opaca quanto sospetta, non risultano nell’ultimo triennio alla Regione Liguria né richieste ufficiali di risarcimento danni (effettuate con i regolari moduli per risarcimento danni) né liquidazione di somme a tale scopo” concludono dall’associazione animalista.

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