Pilastri

Savona, il nuovo prefetto Manari: “La legalità per garantire il benessere dei cittadini”

Per il nuovo prefetto è necessario "essere vicino alla gente, far capire che lo Stato è a disposizione dei cittadini"

Savona. La legalità come via per il benessere. E’ questo uno dei pilastri su cui il nuovo prefetto di Savona, Giorgio Manari, baserà la propria attività nei simbolici “primi cento giorni” di mandato.

Il nuovo rappresentante del governo sul territorio savonese si è insediato questa mattina. Manari è nell’amministrazione del ministero degli interni (dipartimento di pubblica sicurezza) dal 1978. La sua carriera si è svolta tra Ferrara, Roma, Lucca, Lecce, Bari, dove ha svolto diversi incarichi sempre in ambito di sicurezza pubblica come questore in varie province e dirigente di commissariato a Roma. Oggi è a Savona in qualità di Prefetto: “Un nuovo incarico che affronterò con la stessa passione e la stessa professionalità che mi hanno contrassegnato in questi anni”.

La sicurezza è il “tema caldo” della città della Torretta. Nonostante sia arrivato da poco, Manari si è già fatto un’idea della situazione: “Quello della sicurezza è un tema sentito dai cittadini – nota – Io cercherò di affrontarlo con l’attaccamento al dovere che mi caratterizza. Cercherò di portare la mia professionalità e il mio bagaglio culturale sulla sicurezza acquisito in questi anni. Tutto deve essere incentrato sul benessere della popolazione. Questo ha come primo pilastro la legalità. Dove c’è legalità c’è il benessere e questo sarà il binario da seguire nel primo periodo”.

La ricetta di Manari per far sentire i cittadini più sicuri ha un ingrediente principale: “La vicinanza con la gente, far capire che lo Stato c’è, è presente ed è a disposizione dei cittadini e ha come obiettivo farli sentire tranquilli nella città in cui vivono e svolgono il loro lavoro”.

Giorgio Manari

Questa “vicinanza” può essere raggiunta anche attraverso una figura che si chiama “poliziotto di quartiere”, di cui Manari è ritenuto essere l’inventore: “Non sono l’inventore del ‘poliziotto di quartiere’ – specifica il prefetto – ma un funzionario che è stato demandato a portare avanti questa figura che ha avuto riscontri positivi sul territorio. Lo scopo del poliziotto di quartiere è quello di essere amico dei cittadini, entrare nella quotidianità del cittadino come il giornalaio o il barista. La presenza di un poliziotto di prossimità nella vita quotidiana dei cittadini è un elemento di rassicurazione per i cittadini”.

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