Protesta

Sabato lo sciopero della grande distribuzione: presidio e volantinaggio a Savona

sciopero grande distribuzione

Savona. Si è svolta questo pomeriggio la conferenza stampa indetta da Filcams, Fisascat e UILTuCS regionali per illustrare le ragioni del prossimo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del commercio.

Sabato 28 maggio 2016 terzo sciopero di 8 ore dei lavoratori del commercio delle imprese aderenti a Federdistribuzione. Erano presenti alla conferenza stampa Giovanni Bucchioni, segretario generale Filcams Cgil Liguria, Silvia Avanzino, segretario generale Fisascat Cisl Liguria, Riccardo Serri, segretario generale Uiltucs Genova e Liguria, Cristina D’Ambrosio, segretario regionale Uiltucs Genova e Liguria.

Filcams, Fisascat e UILTuCS dicono no all’arroganza di Federdistribuzione che pretende: la definizione di un protocollo per le situazioni di crisi che consenta alle imprese, anche in assenza di accordo un sindacale di derogare unilateralmente all’intero contratto. In occasione dello sciopero dichiarato dai sindacati è prevista una manifestazione anche a Savona.

“Federdistribuzione pretende che per i cinque anni di contratto venga applicata una massa salariale di gran lunga inferiore a quella generata dall’unico contratto collettivo valido, siglato circa un anno fa e applicato alla stragrande maggioranza dei lavoratori dipendenti del settore della distribuzione commerciale operanti in aziende di piccole, medie e grandi dimensioni ossia quello Confcommercio – dichiarano i segretari generali liguri di Filcams, Fisascat e UILTuCS Bucchioni, Avanzino, Serri – A ben 28 mesi dalla scadenza del contratto applicato in quelle aziende, un contratto non firmato e disatteso da Federdistribuzione, siamo stati obbligati a dire basta di fronte alle ennesime condizioni presentate come inderogabili e che per noi si rivelano inaccettabili e addirittura offensive per le nostre lavoratrici e i nostri lavoratori”.

Federdistribuzione ha avanzato la proposta indecente di erogare, per il triennio 2016/2018, una massa salariale pari a circa 1.800 euro, con una totale scopertura per 2014, 2015 e parte del 2016. Il contratto collettivo rinnovato nel marzo del 2015 da Filcams, Fisascat e UILTuCS con Confcommercio, applicato ai tanti lavoratori del commercio e della distribuzione, prevede, invece, l’erogazione di una massa salariale di 3 mila euro al 31 dicembre 2018, con aumenti già erogati nel 2015 e altri ancora che verranno corrisposti tra il 2016 e il 2017.

“La proposta di Federdistribuzione determinerebbe pertanto una perdita salariale secca di 1.200 euro rispetto al contratto siglato un anno fa – spiegano i sindacati – Ma non è finita. Sulla bilateralità e, dunque, sul welfare di categoria, le organizzazioni sindacali si oppongono alla frammentazione delle sedi bilaterali di assistenza e previdenza integrative per la più elementare delle ragioni: la frammentazione incrementerebbe i costi di gestione in riferimento a platee di associati più ristrette, con un evidente danno per gli stessi lavoratori beneficiari dei servizi e delle prestazioni. Senza tener conto della considerazione ulteriore secondo la quale, rispetto al Fondo per la formazione continua, nulla vieta alle aziende aderenti a Federdistribuzione di uscirne e trasferirsi in altro fondo, ma da anni ciò non avviene”.

“I vertici di Federdistribuzione hanno compiuto un ulteriore atto di arroganza nei confronti dei lavoratori e di attacco frontale al ruolo e alla funzione delle organizzazioni sindacali: la decisione di erogare unilateralmente, a trattativa cessata e a oltre un anno dalla sigla del contratto collettivo del terziario, la somma di 15 euro. Basti pensare che da oltre un anno i lavoratori, ai quali si applica il contratto già firmato, hanno già ricevuto circa 400 euro in più in busta paga e possono contare su un aumento salariale consolidato di 30 euro, che diventeranno 45 euro da giugno”.

“Siamo di fronte a un atto gravissimo che mira a ledere la missione stessa delle organizzazioni sindacali, legittimamente titolari della contrattazione e storiche firmatarie dei contratti collettivi del terziario, della distribuzione e dei servizi, ossia Confcommercio, l’attuale contratto applicato dalle aziende aderenti a Federdistribuzione– concludono Filcams, Fisascat e UILTuCS – Un atto rispetto al quale reagiremo con tutte le forze e in tutte le sedi opportune”.

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