Villanova d’Albenga. “Si comunica che l’incontro del 31 maggio su Piaggio Aerospace è rinviato su richiesta della direzione aziendale per consentire la predisposizione di adeguate informazioni sulle prospettive produttive ed occupazionali. Il Ministero sollecita fin da ora Piaggio Aerospace a proporre una data non rinviabile per portare al tavolo di confronto adeguate informazioni”. Poche stringate righe arrivate venerdì sera ai sindacati dal ministero dello Sviluppo Economico per comunicare che il tavolo di confronto previsto per domani è di nuovo saltato.
E questa volta non viene neppure fissata la data del rinvio. Un’ennesima doccia fredda per i lavoratori mentre la preoccupazione sale perché non solo non vi sono più certezze rispetto alle garanzie anche occupazionali siglate nell’accordo di programma di due anni fa, ma nonostante richieste e prese di posizioni pubbliche anche da parte delle istituzioni locali, l’azienda al momento non ha nemmeno avviato la procedura per chiedere la proroga di due anni della cassa integrazione che scade a metà luglio.
“La situazione è gravissima – dice Antonio Caminito, Fiom Genova – perché il rinnovo della cassa era legato al piano industriale che ci era stato presentato due anni fa e che per noi è tutt’ora valido, ma ad oggi continuano a non sapere che intenzioni ha l’azienda”. Il riferimento alle “prospettive occupazionali” contenuto nella mail del ministero non contribuisce a rasserenare gli animi.
Sulla rivista Dronezine, intanto, due giorni fa è comparso un articolo che ricalca tutte le preoccupazioni dei sindacati circa il drone Hammerhead, su cui Piaggio Aero sembra aver puntato tutto perché, ricorda l’articolo, il numero di ordini finora (tre dal ministero della Difesa e 8 dagli stessi arabi proprietari di Piaggio) è decisamente troppo basso per immettere nelle casse di Piaggio Aero il denaro di cui ha urgentemente bisogno. E senza soldi per produrlo (gli emirati non sembrano intenzionati a mettercene altri) lo stesso progetto del drone rischia di affossarsi da solo, uno scenario che sarebbe drammatico per il lavoratori di Sestri ponente e di Villanova.