Varazze. E’ iniziato questa mattina davanti alla Corte d’Assise il processo che vede imputato Sabit Gabraje, l’albanese di 23 anni accusato di omicidio preterintenzionale per la morte del quarantatreenne varazzino Riccardo Cinco.
Gabraje, che è ancora agli arresti domiciliari, era presente in tribunale così come la moglie della vittima, che si è costituita parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Paolo Nolasco. Per il momento non sono ancora stati sentiti testimoni: oggi infatti in aula sono state soltanto calendarizzate le udienze del processo che, salvo slittamenti, dovrebbe arrivare a sentenza entro la fine di luglio.
Gabraje, assistito dagli avvocati Claudio Marchisio e Dominique Bonagura, è accusato di aver colpito la sera del 10 ottobre scorso, durante una lite per una banale questione di viabilità, con un pugno al volto Cinco. Un colpo in seguito al quale il quarantenne era caduto a terra sbattendo violentemente la testa e procurandosi una grave lesione cranica. Nonostante i soccorsi immediati, Cinco era morto 43 giorni dopo l’aggressione, stroncato da una crisi respiratoria nel centro di riabilitazione Don Gnocchi di La Spezia dove era stato da poco trasferito dopo un lungo ricovero nella Rianimazione dell’ospedale Santa Corona.
L’esame autoptico, disposto dal pm Daniela Pischetola, ed eseguito dal medico legale Alessandro Bonsignore aveva stabilito che Cinco era morto in seguito alle gravi lesioni riportate nella caduta e nell’impatto con l’asfalto. Conclusioni che, secondo la Procura, non lasciano spazio a dubbi sulla presenza del nesso di causalità tra il comportamento di Gabraje e la morte del quarantatreenne varazzino.
Sabit Gabraje, dopo aver colpito Cinco, si era allontanato per poi costituirsi due giorni dopo alla polizia. Subito dopo l’arresto, al magistrato aveva spiegato di non essersi reso conto della gravità delle conseguenze di quella banale lite.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia, la vittima stava attraversando la strada all’altezza del bar “La Beffa” di Varazze quando era arrivata l’auto guidata dall’albanese. A quel punto Cinco, temendo di essere investito, avrebbe inveito contro l’automobilista che per tutta risposta era sceso dalla vettura e l’aveva colpito alla tempia. L’uomo era caduto a terra ed aveva sbattuto la testa sul marciapiede.
Le sue condizioni erano apparse subito gravissime, ma la moglie, i famigliari e i tanti amici non avevano perso le speranze che Riccardo potesse farcela fino al tragico epilogo.