Proposta approvata

Lavoratori di Tirreno Power “cavie” per studio epidemiologico? Medicina Democratica dice sì

Secondo Loschi però il monitoraggio andrebbe ampliato a tutti i lavoratori ed ex lavoratori della centrale

centrale vado ciminiere nebbia

Savona. Fare da “cavie” nell’ambito di un’indagine epidemiologica. La proposta lanciata nelle scorse settimane da alcuni lavoratori di Tirreno Power incontra l’approvazione da parte di Medicina Democratica di Savona.

“La sezione Savonese di Medicina Democratica ritiene più che giustificata la richiesta dei lavoratori, costituitisi nell’associazione ALCEV, di essere inclusi in uno studio epidemiologico specifico, ma anche che la stessa dovrebbe essere allargata, a tutti quelli che negli anni hanno lavorato presso la Centrale di Vado/Quiliano, e soprattutto ai lavoratori delle imprese d’appalto, addetti alle lavorazioni più nocive ed inquinanti, che dovrebbero essere monitorati” spiega Maurizio Loschi per Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute.

“Solo una ricerca di questo tipo, che però per godere dei necessari poteri di indagine dovrebbe essere promossa dalla Magistratura, potrebbe infatti raccogliere insieme ai dati sanitari dei singoli lavoratori anche i dati ambientali interni allo stabilimento e confrontarli con quelli emersi dalla indagini già avviate dalla Procura. Tutto ciò alla luce della conoscenza che le fonti di nocività interne allo stabilimento sono state sicuramente maggiori rispetto a quelle esterne, poiché oltre alla nocività emessa attraverso i fumi e le successive ricadute sull’aria, l’acqua ed il terreno, i lavoratori sono stati esposti anche ad una serie di inquinanti legati al processo produttivo ed alle caratteristiche dello stesso e questi inquinanti, spesso, hanno effetti direttamente proporzionali rispetto alla distanza delle emissioni” prosegue Loschi.

“Ci si riferisce, ad esempio, alla radioattività delle ceneri ed alla presenza dell’amianto usato per la coibentazione delle caldaie e delle tubazioni, ed i risultati quindi darebbero quantomeno una spiegazione dei numerosi casi di mesotelioma pleurico e di leucemie riscontrabili fra i lavoratori. Tutto questo, quando dimostrato, porterebbe inoltre a creare le condizioni per avanzare la richiesta che i lavoratori della Centrale siano inseriti nel gruppo di coloro che, al pari della Eternit o dell’ACNA, hanno diritto a determinati benefici pensionistici giustificati da una minore aspettativa di vita. E proprio per questo tutti i lavoratori suddetti avrebbero anche diritto di essere seguiti sotto il profilo sanitario al fine di individuare nella fase più precoce possibile l’insorgenza di eventuali patologie, tramite precisi protocolli e senza spese di sorta, che dovrebbero essere addebitate a chi li ha esposti, cioè Tirreno Power ed Enel” proseguono da Medicina Democratica.

“Il nostro timore, però, è che una indagine di queste dimensioni e con queste caratteristiche, più che utile ai lavoratori attuali e precedenti, difficilmente troverà collaborazione nella direzione aziendale e nelle strutture sanitarie ed istituzionali locali, che nel passato hanno ampiamente dimostrato quanto poco gli stessero a cuore la salute ed i diritti delle persone” conclude Maurizio Loschi.

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