Vado Ligure. Approda in Regione la protesta dei lavoratori della centrale Tirreno Power chiusa da due anni con 86 indagati dalla Procura di Savona. Ed è allarme per i 168 dipendenti in solidarietà.
Domani, gli operai dell’impianto vadese saranno in Consiglio regionale per chiedere un incontro con i capigruppo dell’Assemblea legislativa regionale affinché possano convincere il Governo a prendere posizione sulla vertenza che riguarda anche il personale delle aziende dell’indotto.
“La situazione è fortemente critica e non si capisce quale sarà la sorte del sito produttivo savonese e dei lavoratori che vi sono impiegati” si legge in una nota la Cgil savonese, annunciando la protesta in Consiglio e la richiesta di incontro.
La protesta in Regione era già stata annunciata dieci giorni fa dopo che davanti ai cancelli dello stabilimento di Vado Ligure si era svolto un presidio voluto da lavoratori e Rsu a seguito della fumata nera nel vertice in Prefettura.
“Serve un immediato interessamento della Regione per arrivare ad un piano industriale concreto e fattibile e l’azienda deve garantire gli investimenti necessari assicurando la sopravvivenza del sito produttivo vadese” sottolinea Tino Amatiello della Filctem Cgil.
“L’azienda si è presa tre mesi di tempo per il piano industriale, sono troppi, così come il governatore Toti ci ha risposto dicendo che avrebbe fissato un incontro entro 30 giorni: non si può più aspettare e servono risposte certe ai lavoratori, senza contare che a novembre finiranno anche gli ammortizzatori sociali” conclude l’esponente sindacale.