Calcio

Costantini “maestro” di calcio per i baby del Domio

Lo speciale Settore Giovanile del ct Vaniglia

Maurizio Costantini

Dopo un paio d’anni di quasi inattività, Maurizio Costantini (San Donà di Piave, 15 aprile 1962) ha deciso di tornare con convinzione nel mondo del pallone: «In questo periodo – racconta – non sono mancate proposte per qualche panchina ma, francamente, erano richieste che non mi piacevano proprio».

«Mi accorgo che è sempre più complicato lavorare in un mondo dove tutti pensano di aver inventato tutto. Allora ho deciso di cambiare ruolo per occuparmi del settore giovanile del Domio, un ruolo, peraltro, che ho già ricoperto ai tempi del Trieste Calcio».

Periodo triste quello che attraversa Costantini che di recente ha perso il padre: «Mi mancherà tornare a Jesolo per rivederlo – confessa – ma, noi familiari, soffrivamo perché non potevamo aiutarlo. Nei miei pensieri mi sarà sempre accanto, anche adesso che inizierò questa nuova attività».

Una bella struttura di proprietà, il buon nome costruito in tanti anni, tecnici preparati e tanti ragazzini, con un solo handicap, quello di esser un po’ troppo lontani dalla città: «E’ una società con molta potenzialità – commenta Maurizio – ho accettato dopo una lunga chiacchierata con i dirigenti biancoverdi e spero, entro una decina di giorni, di iniziare a pieno ritmo. Per me è una nuova sfida: l’esperienza e l’attitudine non mi mancano, come la voglia di trasmettere ai ragazzi sia la formazione tecnica che le regole di vita che possono servire nel mondo del calcio».

Si parla sempre di potenzialità dei giovani calciatori: «Penso – sottolinea Maurizio – che tra gli 8 ed i 14 anni ci siano ragazzi di straordinario talento: poi mi piacerebbe capire se ci sono carenze negli istruttori o è la città stessa che, per la maniera di vivere, li allontana dalla cultura del sacrificio, ancora indispensabile per diventare professionisti del calcio”.

Torniamo al Domio, alla struttura e al vivaio: «Mi è tornato l’entusiasmo che avevo perso – dice Costantini – desidero spendere le mie conoscenze tecniche ed organizzative per dare un supporto ai tecnici della società e far conoscere meglio la società, l’unica che si è sobbarcata con i suoi dirigenti, l’impegno enorme di costruirsi e mantenere in proprio l’impianto».

Ma di preciso qual è il progetto in questione? “Il mio incarico è quello di responsabile del settore giovanile, il percorso da fare sarà lungo e ci saranno delle difficoltà dovute a vari inevitabili cambiamenti. La prima cosa da fare sarà di migliorare l´organizzazione e per questo il mio passato con le relative conoscenti saranno molto utili. Sarò di supporto ai tecnici per aiutarli a crescere. Mi piacerebbe poter creare all’interno della società gli allenatori del futuro senza dover andare a cercarli altrove. Ci sono infatti molti dei nostri giovani che potrebbero provare questa esperienza senza abbandonare il proprio ruolo di giocatore. Uno dei nostri obiettivi è quello naturalmente di portare in Prima squadra i ragazzi del settore giovanile mentre per quelli ancora più bravi la strada dev’essere di approdo in qualche società di categoria superiore, il più in alto possibile. Ad aiutarli in fatto di tecnica ci penserà Fulvio Varglien che farà da supervisore, una persona estremamente competente che ci sarà molto utile”. Di tutti quelli che intraprendono un’attività sportiva purtroppo solo una minimissima parte riesce a sfondare. Il calcio perciò deve essere preso inizialmente come una palestra di vita.

“Mi piace dare un servizio – continua Costantini – insegnando ai miei allievi il rispetto delle regole e il rispetto degli avversari. Dei comportamenti che potranno essere loro utili anche se nella vita non faranno i calciatori di professione. Devono capire che in qualsiasi campo si cimentino dovranno fare degli enormi sacrifici. In questo il compito degli istruttori è importante e al tempo stesso difficile. Il mondo negli ultimi trent’anni è cambiato, i ragazzi sono molto intelligenti e dobbiamo noi adattarci a loro, dobbiamo trovare la chiave giusta per entrare in sintonia con loro. E in questo senso io personalmente ho delle attitudini particolari. Un aspetto molto importante ce l´hanno poi i genitori i quali, anni addietro, per qualsiasi cosa accadeva in squadra davano sempre ragione all’allenatore piuttosto che al proprio figlio. Ora invece il genitore pensa che il tecnico ce l´abbia a male con suo figlio. Noi dobbiamo essere bravi a convincere lo stesso genitore che certe scelte vanno fatte proprio per il bene del ragazzo”.

Infine un consiglio di Costantini agli allenatori, soprattutto a quelli meno esperti: “Fate attenzione ai libri, a quelle pubblicazioni che parlano di tattiche. Vanno presi nel modo giusto perché se non lo si fa si rischia di spersonalizzarsi. In campo bisogna osservare tanto, guardare poco chi è nelle vicinanze del pallone e concentrarsi di più su chi invece si trova più lontano dalla sfera. Più si riesce ad insegnare a questa seconda categoria di giocatori le posizioni giuste da mantenere e più la squadra sarà equilibrata e di conseguenza ci saranno meno possibilità di trovarsi impreparati in certe situazioni”.

Il lavoro di Costantini a Domio sta iniziando a dare i suoi frutti. Nonostante abbia alle spalle una vita calcistica spesa in giro per il Paese, non sembra che gli stimoli gli manchino visto l’amore che ci mette quando ti racconta le cose e l’entusiasmo che esterna. Buona fortuna Mauri.

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