L'inchiesta

Borghetto, inquinamento Cave Fazzari: prosciolto il sindaco Gandolfo

Sequestro ex cave fazzari Borghetto

Borghetto S. Spirito. “La situazione rilevata in occasione del sequestro non è addebitabile agli indagati … e non vi è stata inerzia da parte degli stessi nella gestione dell’area, per la quale era già stata assunta iniziativa di bonifica ancora prima del sequestro”. Con queste motivazioni il Pubblico Ministero, Cristina Buttiglione, della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Savona ha chiesto l’archiviazione del procedimento nei confronti del sindaco del comune di Borghetto S. Spirito Giovanni Gandolfo e del dipendente allora responsabile del servizio ambiente dell’ente comunale, ancor prima della conclusione dell’inchiesta.

Il pubblico ministero ha presentato al giudice per le indagini preliminari la richiesta di archiviazione in quanto ritiene l’infondatezza della notizia di reato e perché gli elementi acquisiti nelle indagini preliminari non sono stati ritenuti idonei a sostenere l’accusa in giudizio.

Non sono trascorsi neppure sei mesi, dal momento della notifica dell’iscrizione nel registro degli indagati e del sequestro dell’area, che il primo cittadino è stato completamente prosciolto dalle accuse del reato di gestione di rifiuti non autorizzata.

Il magistrato inquirente, nella sua richiesta di archiviazione e proscioglimento degli indagati, osserva in particolare che: “l’opera di pulizia e ripristino dell’area è stata portata a compimento dalla locale Amministrazione in tempi congrui”.

Gandolfo ed il dipendente comunale erano stati indagati dalla magistratura savonese, nel Novembre scorso, a seguito di un sopralluogo effettuato dal Noe – Nucleo operativo ecologico – dei carabinieri di Genova per accertare la presenza o meno di sostanze tossiche e per verificare un presunto sversamento nel terreno di olii e carburante, da una cisterna e da diversi fusti, nell’area non ancora bonificata e che era stata espropriata dal Comune. I controlli avevano evidenziato la presenza di sostanze inquinanti nonostante ci fosse un intervento di ripulitura in corso. A quel punto Il primo cittadino aveva ricevuto l’avviso di garanzia per non aver ottemperato, secondo gli inquirenti, all’ordine di bonifica.

I carabinieri del Nucleo Ambientale avevano altresì posto i sigilli alla zona interessata che ora, con il medesimo atto, è stata anch’essa dissequestrata e completamente rimessa nella disponibilità del Comune.

E’ bene ricordare che il sito è quella della ex cava “Fazzari”, appartenuta alla famiglia di Francesco Fazzari, divenne tristemente famosa nel 1992, quando vennero scoperti 12.500 fusti di rifiuti tossico-nocivi, come si classificavano allora, nascosti sotto terra. Dopo numerosi interventi oggi su gran parte di essa sorge il depuratore della Servizi Ambientali s.p.a. che tratta i reflui dei comuni da Borgio Verezzi a Ceriale.

gandolfo

La notizia di quanto accaduto era stata riportata, anche in modo allarmistico, sia dai giornali locali che dai mass-media a livello nazionale. Il sindaco ha più volte ribadito, fin da subito, come le notizie pubblicate non siano state riportate in modo del tutto preciso e dettagliato, creando eccessivo allarmismo ed i fatti, oltre ai recenti atti giudiziari, lo dimostrano e confermano.

“Ero sicuro, come ho sempre sostenuto fin da subito, che la vicenda si sarebbe conclusa positivamente e nel minor tempo possibile – afferma il sindaco Giovanni Gandolfo – In merito alle tematiche dell’ambiente la giunta comunale ha un’attenzione costante; infatti per il 2° anno consecutivo Borghetto ha ottenuto la bandiera blu, che mai aveva avuto in passato nonostante i numerosi tentativi”.

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