Savona. E’ sempre caldo il clima a Palazzo Sisto a Savona. Oltre alla questione riguardante il bilancio e ai difficili equilibri in giunta nel post primarie, ora cresce l’attesa per la nomina dei due rappresentanti del Comune nella Fondazione De Mari.
In gioco non c’è solo il posto nel consiglio di indirizzo ma anche e soprattutto le poltrone più “pesanti” del Cda, cioè quella del presidente e del vice presidente. Le due posizioni sono retribuite con un compenso annuo rispettivamente di circa 50 mila e 25 mila euro.
Dopo la fusione definitiva tra Carisa e Carige, il potere economico della Fondazione è sceso ma resta comunque la principale istituzione economica del territorio, una delle poche in grado di sostenere importanti progetti come quello di Palazzo Santa Chiara e del museo della ceramica e una miriade di altre iniziative (sopratutto nel socio-assistenziale e nella sanità).
Il consiglio di indirizzo sarà composto da 10 membri. La camera di commercio ha già espresso la propria terna: Carlo Scrivano, Lorenza Dellepiane, Annamaria Torterolo. La Provincia guidata da Monica Giuliano ha scelto Attilio Caviglia e Simona Perrone.
Ora a dover scegliere è il Comune di Savona. E se il nome di Massimo Zunino, ex deputato e papà dell’attuale segretario nazionale dei Giovani Democratici Mattia, era nell’aria da tempo e dato come papabile nuovo presidente al posto dell’avvocato Romani, quella che sorprende è la scelta di Ferdinando Molteni, giornalista e musicista che dopo un mandato da assessore alla cultura nella prima giunta Berruti era stato recuperato nello staff del sindaco dopo la mancata rielezione alle amministrative del 2011.
Quelli di Zunino e Molteni sarebbero due dei cinque curricula pervenuti al Comune di Savona che, cosa mai accaduta prima, ha pubblicato un bando ad evidenza pubblica per individuare i propri candidati. Sempre secondo quanto appreso gli altri “autocandidati” sarebbero Nanni Ferro, Fabio Orsi e Franco Bonfanti.
Per completare la squadra mancherà poi il nome scelto dal vescovo di Savona Lupi e quelli dei due membri indicati dall’attuale consiglio generale di indirizzo. Questi ultimi dovranno essere “individuati tra personalità di chiara ed indiscussa fama – così prevede lo statuto – nel rispetto del principio di trasparenza e con l’applicazione di un criterio selettivo idoneo a individuare soggetti dotati di esperienza e professionalità funzionali al raggiungimento delle finalità statutarie negli specifici settori di attività della Fondazione, tenendo conto dell’esigenza di assicurare la presenza del genere meno rappresentato ed equilibrando il peso delle designazioni degli enti locali”.
Uno dei nomi caldi dovrebbe essere quello del vice rettore Federico Delfino, dato da tempo come probabile candidato alla poltrona di presidente.
Entro la fine del mese di aprile si riunirà il comitato che dovrà valutare le nomine e procedere quindi alla nomina del nuovo consiglio.