Letale

Ceriale, sequestrato il camping Delphis: legionella nell’acqua fotogallery

La malattia è mortale nel 5-15% dei casi, ora sarà necessario bonificare gli impianti idraulici

Ceriale. Il camping “Delphis” di Ceriale è stato sequestrato questa mattina dalla Polizia Municipale a causa della presenza di legionella nell’acqua. Immediatamente sono scattate la chiusura della struttura e lo sgombero dei campeggiatori.

L’ordinanza comunale di chiusura era stata emessa qualche giorno fa, dopo che i tecnici dell’Asl 2 si erano recati presso il campeggio di via Pineo e avevano prelevato campioni di acqua, rilevando tracce del batterio nell’impianto idrico. A quel punto l’autorità sanitaria aveva informato il Comune ritenendo la situazione rischiosa per la salute dei turisti ospiti della struttura.

Di conseguenza era scattata l’ordinanza: il titolare avrebbe dovuto provvedere alla chiusura del camping ieri, ma così non è stato. E così questa mattina, sentita la Procura di Savona, si è proceduto al sequestro preventivo per violazione dell’articolo 650 del codice penale (“inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità”).

Durante la mattinata gli agenti della Polizia Municipale hanno provveduto allo sgombero del campeggio (diviso in due aree, una a monte e l’altra a mare, per un totale di circa 3000 mq). Ora i proprietari dovranno fare gli opportuni interventi per trattare l’acqua e gli impianti, per scongiurare ulteriori rischi di infezione.

La chiusura ha ovviamente scatenato la rabbia del proprietario, che tramite il proprio legale fa sapere di essere pronto a fare ricorso contro il sequestro, avvenuto dopo la mancata ottemperanza all’ordinanza del sindaco. Secondo il titolare del camping, la presenza di legionella sarebbe dovuta ad una problema ad una tubazione della parte a mare.

Rabbia anche tra gli ospiti dell’area, che hanno dovuto abbandonare il campeggio in fretta e furia a seguito del distacco di luce e gas da parte dei vigili del fuoco.

La legionella deve il nome all’epidemia acuta che nell’estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Filadelfia, causando ben 34 morti su 221 contagiati (oltre 4.000 erano i veterani presenti): solo in seguito si scoprì che la malattia era stata causata da un “nuovo” batterio, denominato legionella, che fu isolato nell’impianto di condizionamento dell’hotel dove i veterani avevano soggiornato.

L’uomo contrae l’infezione attraverso aerosol, cioè quando inala acqua in piccole goccioline (1-5 micron) contaminata da una sufficiente quantità di batteri; quando questa entra a contatto con i polmoni di soggetti a rischio, insorge l’infezione polmonare. La legionellosi ha un periodo di incubazione medio di 5-6 giorni ed è molto grave: oltre a malessere, cefalee e tosse, possono essere presenti sintomi gastrointestinali, neurologici e cardiaci e complicanze varie. Nei casi più gravi può addirittura essere letale (nel 5-15% dei casi). In Italia sono stati registrati mediamente qualche centinaio di casi di legionellosi ogni anno ma si ritiene che tale numero sia in realtà sottostimato, anche perché a volte la malattia non viene diagnosticata.

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