Coperta corta

2 mln in meno ad Ata: se il buco di bilancio di Savona finiscono per pagarlo i comuni della Riviera

Il Comune pagherà il 20% in meno, ma ha intimato all'azienda di "non toccare qualità del servizio e livelli occupazionali": aumenti in vista per gli altri Comuni?

ATA rifiuti Savona

Savona. “A seguito di quanto richiesto dal Comune, ATA predisporrà un piano di adeguamento per cercare di fare fronte alle esigenze comunicate“. Una riga e mezza: questo lo stringatissimo comunicato emanato oggi pomeriggio da Ata spa dopo l’annuncio, da parte dell’assessore al bilancio del Comune di Savona Luca Martino di un “taglio” da 2 milioni di euro alla propria partecipata.

Il bilancio, lo si dice da tempo, sotto la Torretta fatica a stare in piedi: urgono contromisure difficili, come l’ormai celebre anticipo della prima rata della Tari al 18 aprile. I tagli riguardano così molti settori, ma quello che ha subito senza dubbio la sforbiciata più pesante è stato appunto lo stanziamento destinato ad Ata: da 10 a 8 milioni di euro.

In mattinata l’assessore Martino è stato chiaro: “Abbiamo detto ad Ata di studiare un piano che preveda un esborso da parte del comune del 20% inferiore per il 2016, rispetto all’anno precedente, senza toccare qualità del servizio e livelli occupazionali”.

Le opzioni sono due: o Ata in questi anni ha fatto pagare ai cittadini savonesi una bolletta gonfiata, che permetteva all’azienda ampi margini di guadagno, oppure la municipalizzata presieduta da Sara Vaggi dovrà far cassa da altre parti. E i maligni parlano di una ricaduta negativa per tutti gli altri comuni che negli ultimi anni hanno assegnato all’azienda la gestione della raccolta rifiuti.

Impossibile infatti pensare che si possa fare a meno di 2 mln a fronte di quasi 10 e garantire gli stessi standard qualitativi e servizi, come la raccolta rifiuti, lo spiazzamento e la pulizia delle strade, la gestione del verde e di tutti gli altri servizi che la municipalizzata svolge oggi sotto la torretta.

A pagare le spese di questo taglio potrebbero quindi essere i comuni della Riviera, che vedrebbero scendere la qualità dei propri appalti o il numero di addetti perché le risorse sarebbero spostate sul capoluogo. Non è escluso inoltre che ATA anziché assumere personale possa “ottimizzare il costo del lavoro” bloccando le assunzioni ed affidando a terzi, cooperative o altre società, alcuni servizi.

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