Savona. Una situazione di fragilità che, chi la conosceva bene, poteva riconoscere e della quale si sarebbe potuto approfittare. Sono queste, in estrema sintesi, le conclusioni alle quali è arrivato il professor Giovanni Palumbo incaricato di eseguire una perizia sulla presunta vittima di violenza sessuale di gruppo per induzione per i quali sono indagati l’ispettore della polizia postale Alberto Bonvicini e il carrozziere Mario Di Buono che, per questa vicenda, nel febbraio 2015 erano stati colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare.
Questa mattina l’esito dell’esame peritale è stato discusso in incidente probatorio davanti al gip Fiorenza Giorgi. Il prossimo passo del procedimento sarà un’audizione protetta della presunta vittima, una quarantatreenne.
Secondo il pm Giovanni Battista Ferro la signora, pur essendo capace di intendere e volere, sarebbe stata “suggestionabile” e in condizione di inferiorità fisica e psichica rispetto agli indagati. La tesi accusatoria, che sembra aver trovato conferme nelle conclusioni del perito, punta il dito proprio contro le presunte debolezze e fragilità della vittima delle quali il poliziotto avrebbe approfittato (al carrozziere viene contestato di aver assistito ad un rapporto tra i due). Ricostruzione che è sempre stata contestata dai difensori di Bonvicini, gli avvocati Luigi Gallareto e Riccardo Lamonaca che avevano ottenuto dal tribunale del Riesame la revoca della misura cautelare.