Loano. E’ una legge risalente al 1934 l’ultimo “scoglio” per il via libera definitivo all’operazione dei Mazzocchi, il contestato intervento urbanistico che prevede la costruzione di 42 alloggi per ottomila e 300 metri cubi di cemento nella zona nei pressi della caserma dei carabinieri e delle Trexende a Loano.
Domani pomeriggio il consiglio comunale di Loano si riunirà per analizzare e discutere, tra le altre, la pratica riguardante l’individuazione della cosiddetta “zona di rispetto cimiteriale” per i camposanti del centro città, di Verzi e delle Berbene.
La “zona di rispetto cimiteriale” è un vincolo contenuto nel Regio Decreto numero 1265 del 27 luglio 1934 che vieta di costruire nuovi edifici o di ampliare quelli preesistenti entro il raggio di 200 metri intorno ai cimiteri. Questo per diverse ragioni: per la tutela della salute, per la salvaguardia della sacralità dei cimiteri, per permettere la possibile espansione dell’area di inumazione.
La legge 166 del 2002 ha modificato la legge del 1934 e ha stabilito che i consigli comunali possono ridurre l’ampiezza della “zona di rispetto cimiteriale” fino ad un minimo di 50 metri. Perché ciò possa avvenire, però, occorre il benestare dell’Asl di riferimento. Inoltre, la riduzione è consentita solo al fine di realizzare al solo fine di attuare opere di interesse pubblico o un intervento urbanistico, sia per ampliare sia per realizzare nuovi edifici (inquadrati in un intervento urbanistico).
La questione della “zona di rispetto cimiteriale” riguarda anche il progetto dei Mazzocchi. A novembre scorso, in occasione di una delle ultime discussioni riguardanti l’intervento, il consigliere della lista civica di minoranza “è Tempo” Elisabetta Garassini aveva invitato la maggioranza del sindaco Luigi Pignocca a verificare se il vincolo di inedificabilità fosse stato rispettato. Tale invito era stato rinnovato anche in occasione del consiglio comunale di qualche settimana fa.
“L’amministrazione – spiega Elisabetta Garassini – aveva risposto alla nostra obiezione dicendo che ‘ormai l’iter per i Mazzocchi è partito’ e ‘a questo punto questa obiezione è inutile’ e ‘il rispetto dei vincoli è stato verificato’. Ora, invece, viene fuori che le distanze non sono accettabili e che occorre rivedere l’ampiezza della zona pertinenziale. Alla fine avevamo ragione noi”.
A novembre, l’assessore all’edilizia privataVittorio Burastero aveva sottolineato: “Queste osservazioni mi stupiscono molto. Se la Regione avesse riscontrato difformità rispetto ai vincoli cimiteriali o altre normative di certo non avrebbe autorizzato il prosieguo dell’iter. Quindi da questo punto di vista non ci sono problemi di sorta”.
Secondo il consigliere di minoranza, però, la riduzione del vincolo potrebbe non bastare: “Perché si possa portare a 50 metri l’ampiezza della zona di rispetto cimiteriale, occorre che l’opera da realizzare all’interno della fascia abbia un interesse pubblico. Come abbiamo già evidenziato a suo tempo, il progetto dei Mazzocchi non ha alcun interesse pubblico”.
“Il sindaco ha parlato più volte della necessità di sistemare la zona dal punto di vista urbanistico, di acquisire il capannone ex Camuzzi che il privato intende cedere al Comune e dei tre alloggi di edilizia residenziale pubblica che verranno realizzati in via Pendola. Ma a noi sembra che questo non sia un ‘interesse pubblico’ sufficiente né valido”.
Per questo motivo la minoranza tenterà ancora di osteggiare l’iter del progetto con le armi a propria disposizione in occasione del consiglio comunale di domani pomeriggio.