Genova. Il giorno di Banca Carige: da una parte l’assemblea dei soci con la nomina del nuovo Cda, dall’altra il processo Berneschi. Oltre mille azionisti sono attesi oggi al Porto Antico per dare il via all’era Malacalza (oggi la formalità a socio di maggioranza). Ma se fino a tre giorni fa la situazione dell’istituto di credito genovese era “tranquilla”, l’entrata in scena del Fondo americano Apollo, che nei mesi scorsi aveva già rilevato il ramo assicurativo, ha scompigliato tutte le carte: se gli americani acquistassero i crediti in sofferenza entrerebbero nella banca con una quota che va oltre il 50% con un aumento di capitale riservato per 550 milioni (500 per Apollo e 50 per i vecchi soci), azione che comprometterebbe lo stesso ruolo di Malcalza.
Il primo passo del Cda, stamani, sarà proprio in questo senso: sì o no al piano Apollo. Vittorio Malacalza, primo azionista con il 17.6% delle quote, pare intenzionato a resistere anche perché Apollo acquisterebbe i 3,5 miliardi di sofferenze a 695 milioni, ma ciò porterebbe a una svalutazione della banca di 700 milioni.
Se il fondo Apollo dovesse spuntarla toglierebbe a Carige quella vocazione di banca del territorio e a cui ha lavorato Vittorio Malacalza.
“Banca Carige è un patrimonio della Liguria – ha commentato il governatore Giovanni Toti – e’ un bene che dobbiamo tenerci stretto. Se la compra Apollo il giorno dopo li chiamerò per chiedergli cosa vogliono fare con la nostra banca, come avevo fatto con Malacalza”.
Sull’altro fronte, a palazzo di Giustizia, va in scena invece il “processo Berneschi” con l’interrogatorio dell’ex presidente nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta truffa ai danni di Carige.