La guida

Scegliere l’ospedale in base alla propria patologia, ecco come muoversi nelle corsie savonesi

Il portale www.doveecomemicuro.it analizza attraverso vari indicatori di qualità clinica le prestazioni dei nosocomi reparto per reparto

Provincia. Un ictus? Si può andare al San Paolo di Savona senza timori, è tra i migliori in Italia e a livello internazionale. Una frattura al collo del femore? Meglio scegliere il Santa Corona, sono tra i più rapidi ed operano spesso entro due giorni. Per una broncopneumopatia cronica ostruttiva, invece, conviene rivolgersi all’ospedale di Albenga, dato che le statistiche di mortalità a 30 giorni dal ricovero sono tra le migliori in Italia. E anche Cairo può dire la sua: il volume annuale di interventi chirurgici per legatura o stripping dei vasi degli arti inferiori è molto alto. Mentre per l’aneurisma dell’aorta addominale, ahimè, conviene “fuggire” al San Martino di Genova.

Sono solo alcune delle tante informazioni che si possono trovare sul portale www.doveecomemicuro.it, che dal 2013 monitora costantemente 1372 strutture sanitarie in tutta Italia classificandone l’attività in base a 65 diversi indicatori di qualità clinica. Un punto di partenza, in sostanza, per cominciare ad orientarsi nel complesso mondo della sanità, dove spesso la scelta della struttura a cui affidarsi, che dovrebbe basarsi sulle esigenze specifiche del paziente, viene fatta invece quasi per caso, per vicinanza geografica, passaparola o conoscenza pregressa (ma magari in un reparto completamente diverso). Il portale invece si propone come sistema di “public reporting” in grado di fornire informazioni in grado di orientare il paziente nella scelta.

Per ognuna delle 1372 strutture nazionali accreditate è possibile visualizzare certificazioni, elenco dei reparti presenti e delle prestazioni erogate, ma in molti casi anche lunghezza delle liste d’attesa, gentilezza del personale, pulizia o disponibilità di parcheggio: in totale sono oltre 300.000 le informazioni, una vera e propria “mappatura capillare” dell’offerta sanitaria italiana.

Il portale offre diversi metodi di consultazione. Oltre all’analisi della singola struttura, infatti, è possibile effettuare ricerche partendo dalla parte del corpo che è necessario curare: a quel punto basta scegliere l’esame che interessa per visualizzare l’elenco, regione per regione, delle strutture che lo effettuano. E lo stesso è possibile fare con le visite o le prestazioni in regime di ricovero.

E poi ci sono gli indicatori, vera e propria “cartina al tornasole” in grado di orientare la scelta del paziente. Per ogni patologia è possibile ottenere istantaneamente una valutazione dei vari ospedali in base a parametri specifici, dal volume di interventi effettuati al tasso di mortalità. Per ogni struttura la performance è classificata con tre “sfere”, da una a tre a seconda che sia superiore, allineata o inferiore a quella della media nazionale. In molti casi è presente anche una valutazione (da 1 a 4) legata invece al raffronto a livello internazionale.

E proprio durante queste analisi si scopre in cosa gli ospedali liguri eccellono o in cosa difettano. Il San Paolo di Savona, ad esempio, è tra i migliori a livello sia italiano che internazionale per quanto riguarda l’angioplastica coronarica o la colecistectomia laparoscopica; il Santa Corona eccelle nella cura dello scompenso cardiaco, il Santa Maria di Misericordia negli interventi al ginocchio. Il Santa Corona ed il San Paolo sono rispettivamente il primo ed il secondo ospedale a livello ligure per quanto riguarda i parti cesarei. In caso di infarto miocardico, secondo il portale, al San Paolo si viene operati più rapidamente ma la mortalità è più bassa al Santa Corona: in entrambi i casi però i risultati non sono lusinghieri se rapportati alle prestazioni degli ospedali esteri.

Ad accomunare tutti i nosocomi savonesi, incluso quello di Cairo Montenotte, è il numero di operazioni legate ai tumori, con un volume annuo superiore alla media nazionale sebbene con marcate differenze a seconda dell’organo colpito. Quelli di ponente affrontano ad esempio poche operazioni legate a tumori alla colecisti, alla portata, alla vescica, quelli di levante lavorano relativamente poco sui tumori all’occhio.

Ci sono anche le note dolenti. Oltre al già citato aneurisma (per il quale gli indicatori non sono lusinghieri né come numero di interventi né come mortalità a 30 giorni), è impossibile nel savonese (almeno stando alle informazioni pubblicate sul portale) fare una valvuloplastica o un bypass aortocoronarico: in entrambi i casi è necessario andare al San Martino di Genova (che però fortunatamente ha indicatori ottimi in entrambe) o, in alternativa, a Rapallo.

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