Giustificazioni inaccettabili

Botte alla convivente a Calice, 33enne resta in carcere: “La colpivo con la mano aperta”

Il gip Giorgi all'attacco sul Family Day: "Questa sarebbe la famiglia naturale? Meglio due genitori omosessuali che un papà violento"

Tribunale Savona

Calice L. Resta in carcere il cittadino paraguaiano di 33 anni, P.R.R., che è stato arrestato nella notte tra domenica e lunedì a Calice con l’accusa di aver picchiato la moglie. L’uomo questa mattina è stato interrogato dal gip Fiorenza Giorgi che ha convalidato l’arresto e confermato la misura cautelare.

Secondo quanto trapelato, P.R.R. avrebbe ammesso davanti al giudice le violenze verso la compagna, sua connazionale e di un anno più giovane. Il paraguaiano avrebbe anche cercato di giustificarsi spiegando di “averla colpita con degli schiaffoni, con la mano aperta e non con il pugno come avrebbe fatto con un uomo”. Spiegazioni che, ovviamente, non hanno affatto alleggerito la sua posizione. Di qui la scelta del giudice di convalidare l’arresto e lasciare l’uomo in carcere.

P.R.R. è accusato di aver colpito, mentre era ubriaco, con un pugno al volto la compagna. Secondo quanto accertato dai carabinieri quello dell’altra sera, tra l’altro, sarebbe solo l’ultimo di una lunga serie di episodi simili: secondo la denuncia della donna infatti sarebbero stati sei anni che il marito la picchiava, anche in presenza della loro bimba.

“La tragedia nella tragedia è che questa donna non voleva denunciarlo perché temeva di togliere il padre a sua figlia” ha spiegato il giudice Giorgi che ancora una volta ha sottolineato come il fenomeno della violenza sulle donne non sembri diminuire: “Ogni anno abbiamo almeno 70-80 casi di uomini che scambiano le loro compagne come pungiball”.

Una riflessione che ha portato il magistrato savonese a prendere posizione anche sul tema tanto attuale delle Unioni Civili: “Davanti ad un caso come quello di stamattina mi chiedo se questa sarebbe la famiglia naturale? E’ quella in cui c’è un marito che picchia la moglie? E poi ci domandiamo se è meglio far crescere un bambino con un padre violento o con due omosessuali? Se andiamo in piazza per difendere queste persone io allora mi arrendo”.

“Io credo che un bambino cresca meglio con due omosessuali che lo educhino correttamente e con amore piuttosto che con un papà violento. La tutela della famiglia andrebbe fatta facendo capire che la moglie non è pungiball, non attaccando i diritti altrui” conclude il gip Giorgi.

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