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Asl 2, il neo commissario Porfido si presenta: “Troppe prestazioni e reparti, organizzazione da rivedere” video

Ecco le parole del commissario al vertice dell'azienda sanitaria savonese

Eugenio Porfido

Savona.Il tema non è solo se servono o no 4 ospedali, ma anche gli eccessi nell’uso degli ospedali. L’evidenza dei numeri parla chiaro: qui c’è un tasso di ospedalizzazione più alto che nel resto della Liguria e nelle regioni vicine. Bisognerà capire da cosa scaturisce questo fenomeno”. Si presenta così Eugenio Porfido, il nuovo commissario di Asl 2 nominato dall’assessore regionale Sonia Viale il 29 gennaio in sostituzione dell’ex direttore generale Flavio Neirotti.

“Porfido – aveva detto Viale al momento della nomina – avrà un compito delicato”. Tante le questioni “bollenti”, dal caso Gsl alle inchieste della magistratura, ma anche e soprattutto i continui tagli alla sanità che hanno reso prioritario il discorso della razionalizzazione degli ospedali savonesi. Troppi, si dice da più parti: insostenibili per un territorio così piccolo, e con troppe sovrapposizioni di reparti e prestazioni.

Porfido non nega che, a una prima analisi, i numeri affermino proprio questo, ma rifiuta il ruolo di “deus ex machina” che risolverà la situazione. “Io resterò solo fino a giugno, pertanto mi muoverò all’interno di questo orizzonte temporale. Non potrò certo disegnare il ‘destino’ della sanità savonese. Però è indubbio che il tema della razionalizzazione va affrontato. Non rientra nei miei compiti quello della riorganizzazione delle strutture semplici e non, certo è che rispetto ai parametri nazionali quelle delle ASL2 sono troppe. L’impressione che ho avuto che alcune strutture semplici siano più incarichi professionali, tali da farli sembrare delle superspecializzazioni piuttosto che delle strutture organizzate”.

La discussione sul numero degli ospedali e dei reparti è dunque lecita, ammette, ma Porfido punta il dito anche un altro aspetto: “Nel savonese c’è un eccesso di prestazioni mutualistiche rispetto alla media. Non è detto per forza che i valori di riferimento siano per forza quelli giusti e da raggiungere, ma sicuramente possono fare da ‘campanello’ per capire dove andare a ragionare: poi magari si trova una spiegazione… Io non so dire ora se abbiamo davvero un tasso di ospedalità troppo alto e perché, mi limito a rilevare che quel tasso è superiore alla media e a dire che dovremo fare delle valutazioni su questo. Un eccesso di consumo in sanità,vuol dire che stai togliendo risorse agli altri“.

“Non si è ancora iniziato a lavorare su cosa fare – continua il commissario – stiamo ragionando su un assetto regionale, quindi prima dovremo ridisegnare le funzioni”. Tra i temi sul tavolo quello della possibile unificazione delle Cardiologie: “Parliamio di messa in rete di competenze, tecnologie e delle risorse” precisa Porfido. Che rispetto alle battaglie del territorio e ai campanilismi, parla di “approccio scientifico e sulla base degli standard internazionali. La competenza ha bisogno dei grandi numeri, dobbiamo garantire la risposta ai cittadini con una alta qualità del servizio“.

In ogni caso, avverte Porfido, al centro delle scelte deve rimanere il malato. “Difficilmente in sanità non esistono necessità – chiarisce – è un impegno prima di tutto etico quello di recuperare le risorse, per poter dare risposte ai cittadini. Il malato deve essere al centro, è il malato che deve scegliere: noi dobbiamo solo accompagnarlo. E non esiste un modello migliore rispetto a un altro ‘a prescindere’: un modello è meglio di un altro solo in base al contesto e agli obiettivi che ti poni. Anche il modello competitivo della Lombardia può portare rischi, e per questo bisogna controllarli per cercare di evitarli e ridurli”.

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