Libertà!

Appropriatezza prescrittiva, l’ordine dei medici sul piede di guerra: “Lasciateci lavorare”

Trucco: "Siamo trattati come dei pecoroni a cui calano sulla testa obblighi restrittivi basati solo su criteri di risparmio"

medici

Provincia.“Siamo stufi di essere considerati degli incapaci, o dei furfanti. Siamo trattati come dei pecoroni a cui calano sulla testa obblighi restrittivi sulle prescrizioni basati solo su criteri di risparmio a tutti i costi. Lasciateci lavorare in pace, secondo scienza e coscienza, nel solo interesse della salute dei pazienti.

E’ questo l’amaro (e arrabbiato) sfogo del presidente dell’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Savona Ugo Trucco, che interpreta il malessere di tutti i colleghi che si vedono “lesi nel loro primo compito, quello di essere medici che si occupano della salute delle persone”.

A preoccupare i professionisti è l’entrata in vigore del decreto ministeriale del 9 dicembre 2015 sulla cosiddetta “appropriatezza prescrittiva”. Secondo i medici, ciò comporterà “ulteriori pesanti limitazioni prescrittive e grave disagio per i medici nell’applicazione delle norme”.

“Basta con gabelle, obblighi astrusi e spesso incomprensibili, che obbligano il medico ad essere un burocrate efficiente impegnandolo, di volta in volta, come operatore telematico Inps o del Sistema Ts, come call center per il Cup o come attento controllore dei vari requisiti in tema di esenzioni ticket o altre prescrizioni terapeutiche – prosegue Trucco – Il paziente è sempre più insoddisfatto delle risposte che il medico fornisce ai suoi reali bisogni di cura, ma il medico non lo è da meno. Il tempo dedicato alle persone che hanno problemi di salute deve essere un tempo di visita e un tempo di ascolto, non un tempo da riservare ‘quasi esclusivamente’ al computer”.

“La preoccupazione di ogni medico di subire sanzioni, se non saranno seguite le regole imposte – prosegue Trucco – potrà minare la sua serenità lavorativa, con ulteriori ripercussioni sull’appropriatezza delle cure. Tali criticità sono state persino percepite dall’assessore regionale alla salute, Sonia Viale, che aveva invocato, come altre Regioni, una sospensione di due mesi dell’ultimo decreto che limita l’erogazione di 203 prestazioni sanitarie. Ma la sua richiesta è rimasta lettera morta, il decreto entra oggi in vigore”.

“Se le criticità del suddetto decreto ministeriale hanno ripercussioni negative sul ruolo del medico, queste raggiungono il loro punto apicale nel momento in cui il protagonista è il paziente, il quale è la prima vittima dell’ulteriore taglio alle prestazioni, di cui potrebbe avere necessità. Il rapporto fiduciario con il proprio medico verrà ulteriormente minato, quando questi dovrà negare una prescrizione, giustificando scelte che talora non condivide”.

Ma c’è altro: “Non parliamo poi dei disagi a cui il paziente andrà incontro se verranno poste in atto iniziative (proposte da alcuni sindacati) in cui il medico ‘a scopo preventivo’ consegnerà allo stesso modulistiche che prevedano validazioni preliminari del servizio sanitario nazionale sul diritto all’erogabilità della prestazioni proposte. I conflitti sulle competenze prescrittive (tocca allo specialista che visita in quel momento il paziente o al medico di famiglia che lo ha in cura?) susciteranno contenziosi che comprometteranno il difficile rapporto tra colleghi con ripercussioni anche a livello ordinistico”.

Conclude Trucco: “Tale situazione sta preoccupando tutto il consiglio dell’ordine, che nell’ultima riunione mi ha dato mandato di sensibilizzare la federazione ad essere più incisiva nelle sedi ministeriali affinché al medico sia riconosciuta quella dignità lavorativa fondata prioritariamente sul suo ruolo di clinico. Continuare a essere zimbelli di un sistema basato solo su logiche economiciste è una offesa alle qualità professionali e all’onestà intellettuale di tantissimi medici che si adoperano quotidianamente a prestare la loro opera per il bene delle persone”.

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