Savona. E’ tornato in libertà il trentatrenne di origine peruviana, J.L.P.C., che ieri sera era finito in manette con le accuse di violenza, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, ma anche rifiuto di fornire indicazioni sull’identità personale e sostituzione di persona.
L’uomo questa mattina è stato processato per direttissima e in aula si è scusato per il suo comportamento dovuto ad uno stato di ubriachezza. Il giudice ha convalidato l’arresto, ma ha disposto l’immediata liberazione dell’imputato, che lavora come badante a Varazze. Vista la richiesta di termini a difesa del suo legale, l’avvocato Mara Tagliero, il processo è stato rinviato al prossimo 9 febbraio.
Secondo quanto ricostruito dalla polizia, che lo ha arrestato, ieri sera l’uomo era stato accompagnato al San Paolo di Savona perché era in evidente stato di ebbrezza. Una volta arrivato in pronto soccorso però, anziché calmarsi, il trentatreenne ha continuato a dare in escandescenze per poi lasciare l’ospedale. Poco dopo però una delle Volanti della polizia aveva intercettato J.L.P.C. in via Genova. L’uomo prima si è rifiutato di fornire le proprie generalità e poi si sarebbe scagliato contro gli agenti (tre di loro sono rimasti leggermente contusi) e di conseguenza per lui erano scattate le manette e una segnalazione per ubriachezza.
La polizia nel corso degli accertamenti sull’episodio ha anche verificato che l’uomo aveva consegnato ai medici dell’ospedale un tesserino sanitario di uno degli anziani che accudisce (del quale comunque il badante aveva un possesso legittimo).