Vita di chiesa

“Te Deum”, l’omelia di Lupi: “Progressiva marginalizzazione della nostra provincia”

Ricordati anche gli attentati di Parigi, l'emergenza immigrazione e i sacerdoti savonesi scomparsi nel 2015

Vescovo Lupi

Savona.   “Notiamo una progressiva marginalizzazione della nostra provincia e della città: dopo la chiusura avvenuta alcuni anni fa della Banca d’Italia, ora la storica Carisa è stata definitivamente assorbita da Carige. Sembra scongiurata la perdita della Prefettura (e di conseguenza della Questura e del comando dei Vigili del Fuoco) ma è ridimensionato il ruolo della Provincia e l’Autorità portuale è destinata a essere accorpata con quella di Genova”. E’ uno dei passaggi dell’omelia del vescovo Vittorio Lupi nel Te Deum di Capodanno. 

“L’anno prossimo – ha proseguito Lupi – sarà caratterizzato da alcune novità: il rinnovo di diverse amministrazioni comunali, tra cui quella del capoluogo, e io stesso in aprile sarò dimissionario per raggiunti limiti di età, e rimarrò poi in servizio finché il Papa non troverà il successore”.
Tanti i temi citati dal presule. “Un anno contraddistinto dalla violenza del terrorismo: si è aperto con gli attacchi alla redazione di Charlie Hebdo e al supermercato kosher a Parigi, ed ha continuato con attentati, ancora più gravi, sempre nella capitale francese. Ma non possiamo dimenticare quello che c’è stato in mezzo, altre violenze, altri atti di terrore portati avanti dall’Isis o da suoi fiancheggiatori, dal museo di Tunisi all’aereo russo sui cieli dell’Egitto, non trascurando neppure le continue persecuzioni, in particolare a danno dei cristiani, in Africa, specie quelle compiute soprattutto da Boko Haram in Nigeria. Terroristi islamici che disprezzano la vita umana, ma anche la storia, l’arte, la cultura, come dimostrano le continue distruzioni perpetrate nei mesi scorsi in Iraq e Siria, soprattutto nel sito archeologico di Palmira – ha detto il vescovo – crediamo sia stato un segnale piccolo, umile, ma forte il documento congiunto stilato lo scorso novembre, proprio dopo i fatti di Parigi, e condiviso per la prima volta dai rappresentanti di tutte le principali comunità religiose presenti sul nostro territorio. Questo documento è stato ripreso e fatto proprio anche da diverse altre diocesi”.

Da ricordare la vicenda dei profughi-migranti che ha profondamente segnato il 2015! Una ecatombe di vite di poveri disperati in fuga dalla guerra, dalle violenze, dalla miseria e dalla fame che hanno trovato la morte nel mediterraneo che diventato la tomba per migliaia di persone e di centinaia di bambini – ha proseguito e poi, più avanti, ha ricordato cosa si è fatto concretamente, nel piccolo della nostra realtà locale – la nostra Diocesi, prima ancora dell’appello di Papa Francesco, era già attiva su questo fronte ospitando numerosi rifugiati nelle sue strutture a partire dal Seminario. Si sta avviando un’iniziativa di accoglienza anche a Quiliano, ma ci sono già esperienze a Celle, Alpicella e altre ne verranno… in totale i rifugiati ospitati da realtà diocesane o comunque ecclesiali nel territorio diocesano sono oltre ottanta!”

Ricordando poi il recente incontro sul clima di Parigi e l’Enciclica di Papa Francesco “Laudato Si’” ha affermato: “E’ importante che si prenda coscienza di questa responsabilità verso la natura e il creato. Tutti possiamo fare la nostra parte con piccoli, ma importanti gesti – dall’evitare gli sprechi di acqua, di cibo, di energia, alla raccolta differenziata – e dobbiamo avere maggiore attenzione per quello che è un dono di Dio e una eredità da lasciare alle future generazioni”.

A proposito di temi ecclesiali il vescovo ha citato anche il Convegno ecclesiale di Firenze, il Sinodo sulla famiglia e ovviamente il Giubileo della Misericordia che per la prima volta ha visto l’apertura delle Porte Sante anche nella nostra città: “Abbiamo aperto le due porte della Misericordia al Santuario e qui in Duomo, ambedue con grande partecipazione di popolo”.

Un passaggio sui diversi sacerdoti scomparsi quest’anno: monsignor Leonardo Botta, il canonico Giuseppe Rebagliati, padre Guido Roascio, don Luigi Pampararo e monsignor Raffaello Lavagna.

“Il 2015 è stato un anno molto intenso e importante per la nostra diocesi: abbiamo celebrato il Bicentenario dell’Incoronazione della statua di N.S. di Misericordia da parte di Papa Pio VII con un grandissimo successo di fedeli che ha testimoniato ancora una volta l’affetto dei savonesi verso la propria Patrona, ma soprattutto ha dimostrato che trovare nuove forme di incontro con la città – seguendo l’invito di papa Francesco – è una ricetta vincente che va senz’altro ripetuta – ha proseguito poi il Vescovo – sempre secondo questa logica, il 10 e l’11 ottobre abbiamo inaugurato il nuovo Centro diocesano pastorale Città dei Papi. Molto bella la testimonianza di fede di Claudia Koll, ma importanti anche le altre iniziative, dallo spettacolo teatrale all’incontro con i giornalisti sulla comunicazione di Papa Francesco, che hanno dimostrato la versatilità di questa struttura. E a proposito di incontro fra comunità ecclesiale e società, non va dimenticato l’importante ruolo de Il Letimbro. La direzione editoriale, passata da don Angelo Magnano a Marco Gervino, testimonia poi un segno di continuità, ma nella logica di quella responsabilizzazione dei laici che stiamo portando avanti per restituire i sacerdoti soprattutto alla loro missione pastorale”.

E nel rapporto fra chiesa e società, un tassello decisivo è costituito dalle tante opere di carità, ricordate dal Vescovo con una particolare sottolineatura sull’Emporio Caritas, inaugurato nelle scorse settimane. “Una struttura simile, in piccolo, ad un supermercato, ove le persone indigenti, anziché ricevere un pacco viveri dalla Caritas, possono scegliere i prodotti di cui hanno bisogno, pagandoli con una tessera a punti, donata loro dalla Caritas in base alle necessità e al numero dei componenti la famiglia. Questo evento ha chiuso con un segno di luminosa speranza questo tormentato 2015”.

“Ringraziamo il Signore per tutto il bene che abbiamo ricevuto e per quello che per sua grazia abbiamo potuto fare – ha poi concluso il vescovo Lupi – Maria Santissima, la Madre di Dio e Madre nostra, la Madre di Misericordia ci accompagni nel nostro cammino nel tempo per giungere quando il Signore vorrà, all’abbraccio con Lui nell’eternità”.

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