Di nuovo crisi

Idrotecnica, la denuncia di alcuni dipendenti: “Stipendio solo a chi non sciopererà”

A pochi mesi di distanza dai ritardi nei pagamenti degli stipendi nuovi problemi per i lavoratori operanti presso l'Italiana Coke di Bragno

italiana coke

Cairo Montenotte. “Chi scrive sono i dipendenti della Idrotecnica S.r.L operanti presso l’Italiana Coke di Bragno. In breve e succintamente vorremmo portare a conoscenza l’opinione pubblica e le Autorità della nostra situazione”. Scelgono lo strumento della lettera alcuni dipendenti di Idrotecnica: la situazione a cui fanno riferimento è, ancora una volta ad un anno di distanza, la difficoltà nel ricevere gli stipendi.

Il problema si era già presentato in passato: “Nel 2014 e inizio 2015 siè cominciato col non ricevere gli stipendi riguardanti il 50% dicembre 2014, Gennaio febbraio e 50% marzo 2015 con conseguenti problemi per bollette, affitti, mutui, conti in rosso con relativi interessi bancari. Per un po’ abbiamo pazientato, capendo le problematiche della Ditta e del Committente anche se nessuno della direzione si è mai presentato a noi di persona ma poi, visto anche la latitanza o l’impossibilità di intervenire del sindacato, ci siamo rivolti ad uno studio legale privato”.

Un gesto che sembrava aver sbloccato la situazione: “Da aprile 2015, grazie all’intervento dello studio Brignone Caratti di Cairo M.tte, in base all’articolo 29 della Legge Biagi che tratta di responsabilità solidale negli appalti da parte del committente in caso di inadempienze dell’appaltante, siamo riusciti ad avere gli stipendi seppure con continui ritardi. Nel frattempo era partita una ingiunzione da parte nostra verso la ditta per mancata corresponsione degli emolumenti di cui sopra. A ottobre, dopo essere finalmente giunti ad un accordo con la ditta, abbiamo ricevuto in unica tranche gli stipendi mancanti  di cui sopra con relativi interessi di legge ridicoli e cioè 20,40 euro su 4870 non versati e dopo 10 mesi“.

I problemi, però, non si sono conclusi: “Il mese di ottobre ci è stato pagato a novembre addirittura in anticipo con relativi dubbi e perplessità – raccontano i dipendenti – Il mese di novembre ci viene corrisposto il giorno 24 dicembre anziché il 20 dopo nostre minacce di sciopero mentre la tredicesima arriva per il 50% il giorno 28 e l’altro 50% il giorno 11 Gennaio 2016. Nel frattempo, in base al piano di ristrutturazione aziendale di Itacoke che prevede l’internalizzazione di molti lavori prima a ditte esterne, in 15 su 24, come da accordo sindacale firmato con la Ditta la settimana scorsa,  una volta finite le ferie andremo incontro alla Cassa integrazione ordinaria che, però, la ditta ha già detto di non poter anticipare e quindi passeranno mesi senza soldi in attesa dell’Inps”.

“Ora, saputo che lo stipendio di dicembre che avremmo dovuto ricevere il giorno 20 non ci sarebbe stato corrisposto nei giusti termini, abbiamo fatto sapere alla ditta che ci saremo fermati il giorno 21 – è l’ultima denuncia dei lavoratori – La risposta della ditta è stata questa: corresponsione dell’intero stipendio a chi non andrà in Cassa e a chi non ha aderito allo sciopero“.

“Questa è la nostra situazione – concludono i lavoratori – in un’Italia del 2016 che, a detta di chi sa, è in ripresa”.

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