Operazione della polizia

Spaccio di eroina a Savona, scena muta dal gip da parte dei tre arrestati dalla polizia

In manette sono finiti due albanesi e un carcarese: la polizia li monitorava da agosto

Savona. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Shpetim Merhadi, 34 anni, Gazmir Trezhnjeva, di 36, entrambi albanesi, e Massimo Cinti, di 48, residente a Carcare, le tre persone finite in manette la scorsa settimana nell’ambito di un’operazione antidroga della polizia.

A decidere sulla convalida di arresto dei tre, difesi dagli avvocati Andrea Alpicrovi e Paolo Brin, è stato il gip Fiorenza Giorgi che ha anche disposto la misura cautelare in carcere.

Il trio, secondo la polizia, era coinvolto in un’intensa attività di spaccio di droga, in particolare eroina. L’attività di indagine è iniziata alla fine di agosto quando gli investigatori hanno iniziato a sospettare che Trezhnjeva, in collaborazione con Merhadi, gestisse il giro illecito e rifornisse di eroina diversi consumatori e pusher della zona. Grazie ai servizi di osservazione l’ipotesi dei poliziotti ha trovato conferma tanto che alcuni dei carichi di stupefacente destinati allo straniero sono stati anche intercettati.

Secondo la polizia a gestire lo spaccio era Trezhnjeva che, nemmeno quando il suo presunto collaboratore Merhadi è stato espulso dall’Italia, ha interrotto l’attività. Trezhnejeva, che gli stessi inquirenti hanno definito “abilissimo nell’eludere i controlli”, aveva trovato una serie di nascondigli (decine e decine) nel bosco, nella zona di via alla Strà, dove nascondeva di volta in volta la droga. Una volta depositato lo stupefacente tra la vegetazione forniva le “coordinate” per recuperalo ai clienti che, a loro volta, lasciavano i soldi nel bosco.

Il blitz della polizia è scattato perché c’era il timore che Trezhnjeva volesse scappare all’estero dove si trova il fratello (anche lui già coinvolto in vicende di spaccio e rissa e attualmente colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere). Per evitare la fuga, il pm Chiara Venturi, che coordinava l’indagine, ha disposto il fermo nei confronti dell’albanese. E’ stato quando gli agenti si sono mossi per arrestarlo che, a sorpresa, dopo averlo seguito nella zona di via Servettaz, hanno scoperto che Shpetim Merhadi era tornato a Savona. Per entrambi è quindi scattato il fermo per lo spaccio di droga, ma per il più giovane dei due albanesi è scattata anche la contestazione della violazione del provvedimento di espulsione. Nell’appartamento di Trezhnjeva sono stati sequestrati 3500 euro in contanti oltre a diversi telefonini e 80 grammi di eroina.

Proprio nel corso delle perquisizioni disposte nell’ambito dell’operazione antidroga è scattato il terzo arresto, quello di Massimo Cinti. I poliziotti, sospettando che fosse uno dei “clienti” degli albanesi, sono andati a Carcare per perquisire il suo appartamento e, quando sono arrivati, lo hanno sorpreso mentre stava per cedere una dose di eroina. A quel punto, anche per lui, sono scattate le manette (in casa sua sono state trovate altre due dosi di eroina). Secondo gli inquirenti Cinti era un vero e proprio riferimento per i consumatori valbormidesi: le cessioni avvenivano nella zona del supermercato Lidl, della Società di Mutuo Soccorso e vicino al suo appartamento, in pieno centro cittadino.

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