Varazze Chiesa di Sant’Ambrogio a Varazze completamente gremita per l’ultimo saluto a Riccardo Cinco, il padre di famiglia scomparso la scorsa settimana nel centro di riabilitazione di La Spezia dove era ricoverato per le conseguenze di un pugno in faccia (sferrato da un ventenne durante una banale “lite stradale”).
Stamattina sono state centinaia le persone arrivate in chiesa per dirgli addio e stringersi vicino alla sua famiglia: c’erano i colleghi con la divisa della IP, ma anche i tanti varazzini che lo conoscevano e apprezzavano per la sua bontà e gentilezza.
Toccante l’omelia del parroco che ha voluto trasmettere un messaggio di pace e ricordare quanto sia importante rispondere al male con il bene: ”In questi giorni d’avvento le voci dei profeti ci propongono parole di speranza, annunci di giustizia e di pace. Ma queste parole si scontrano duramente con la nostra realtà, fatta di ingiustizia. Eppure abbiamo bisogno di queste parole. Come per il tronco di Iesse, sembra tutto finito e invece no: il profeta annuncia un virgulto che fiorisce, è il messia, è una parola di speranza”.
“E la tragica vicenda di Riccardo ci riporta dolorosamente a queste parole di speranza: un germoglio spunterà. Da ogni situazione di male il Signore riesce a far spuntare qualcosa di buono. Dobbiamo accogliere questa situazione tragica, istintivamente dal cuore nasce un desiderio di violenza, ma dobbiamo imparare da Gesù morto in croce, vittima innocente. Non rispondiamo al male con il male, all’odio con l’odio: così si crea una catena continua di male. Il signore ci dia la forza di rispondere con il bene”.
“Tutti voi avete conosciuto Riccardo e lo avete amato, conoscete la sua vita e le sue qualità: ricordate il bene che vi ha trasmesso, ricavatene una speranza. La sua vita non è finita, non è conclusa. Attendiamo il Signore, grazie a lui la nostra vita può diventare eterna, pienamente realizzata e felice. Guardiamo a Gesù, vittima innocente a trent’anni; guardiamo a Maria, il cui figlio, unico giusto, è stato ucciso. Guardando a loro capiremo che è possibile rispondere al male con il bene: quel sogno di pace in cui lupo e agnello possono stare insieme è ancora da realizzare” ha proseguito il parroco.
“Diceva Martin Luther King: abbiamo imparato a nuotare come pesci e a volare come uccelli, ma non ad amare come fratelli. La perdita di Riccardo diventi per noi uno stimolo a combattere ogni violenza. Viviamo rabbia e ira in molte occasioni, spesso banali e immotivate, che rovinano la vita di una famiglia: chiediamo la forza di vincere ogni violenza, vivere da fratelli. Il sacrificio di Riccardo faccia fiorire nella nostra comunità una lotta a ogni manifestazione di rabbia e violenza. Chiediamo per i parenti la capacità di lottare contro ogni violenza e di rispondere al male sempre e solo con il bene” ha ribadito ancora nella sua omelia il sacerdote.
“Fare il male spesso procura piacere: ma il piacere passa e il male resta; fare il bene costa fatica, ma la fatica passa e il bene resta. Facciamo sì che alla fine della nostra vita resti tanto bene. Preghiamo che il Signore ci dia la forza di essere gente di pace” ha concluso il parroco di San’Ambrogio.
Al termine della cerimonia, quando la bara è uscita dalla chiesa, c’è stato un momento di grande commozione: i due figli di Riccardo Cinco infatti hanno fatto volare due gruppi di palloncini bianchi per salutare il loro papà.