Parere

Albenga, “strega bambina” di San Calocero: storia di una bufala?

Secondo il giornalista esperto di archeologia, misteri e scienza Marco Merola "serve un supplemento di indagine"

scavi san calocero

Albenga. “La teoria è molto suggestiva, ma credo che servano altre indagini”. Non è del tutto convinto della teoria, Marco Merola, il giornalista esperto di archeologia, misteri e scienza che oggi pomeriggio ha partecipato al seminario “A proposito di Streghe” organizzato presso l’auditorium San Carlo di Albenga. A non convincerlo del tutto sono le teorie fiorite intorno alla sepoltura della cosiddetta “strega bambina” rinvenuta lo scorso anno nell’area archeologica di San Calocero a breve distanza da un altro corpo femminile inumato in condizioni ugualmente curiose.

Il convegno di oggi pomeriggio prendeva spunto da alcune riflessioni circa le due sepolture di San Calocero e analizzava poi il tema della “paura del diverso”, tornato drammaticamente attuale dopo i recenti fatti legati al terrorismo e all’intolleranza.

Lo spunto iniziale, come detto, sono le due sepolture scoperte nell’area archeologica alle pendici del monte San Martino. Il primo corpo, rinvenuto nel 2014, è quello di una ragazza di circa 13 anni, alta un metro e 48 centimetri e sepolta a faccia in giù. Questo tipo di sepoltura veniva riservato alle persone ritenute indegne, perché si voleva impedire che potessero risorgere e tornare in vita al momento della Resurrezione. Secondo una ipotesi, quindi, chi l’ha deposta sottoterra non voleva che la ragazza potesse rialzarsi dalla sua tomba.

Successive analisi hanno permesso di stabilire che la ragazza era affetta da anemia (forse provocata da scorbuto), una patologia causata da una forte malnutrizione occorsa nei primi anni di vita o da cause genetiche. Secondo gli esperti, la malattia avrebbe potuto provocarle svenimenti o crisi epilettiche piuttosto violente che i suoi contemporanei (la sepoltura risalirebbe al XIV-XV secolo) potevano ritenere essere i segni di una possessione demoniaca. L’ipotesi, quindi, è che la ragazzina sia stata sepolta a testa in giù in quanto ritenuta una creatura affiliata al demonio, forse addirittura una strega.

Questa ipotesi, rimbalzata da più parti e in parte sostenuta da alcuni elementi dei ricercatori che hanno preso parte agli scavi e hanno avuto modo di analizzare il corpo, ha fatto nascere un vero e proprio caso e ha portato a ribattezzare la ragazza “la strega bambina di Albenga”.

Non tutti, però, la vedono allo stesso modo. Un’altra teoria, infatti, sostiene che la ragazza sia stata sepolta a faccia in giù in segno di sottomissione (così come fanno alcuni sacerdoti quando, durante la preghiera, si sdraiano sul pavimento a manifestare l’estrema umiltà nei confronti di Dio). Il padre di Carlo Magno, Pipino il Breve, fu sepolto in questo modo. A conferma di questa ipotesi più “positiva” c’è poi il fatto che la ragazza sia stata deposta a pochi passi da una chiesa, luogo di sepoltura molto ambito e non certo adatto ad una presunta strega (a meno che i suoi seppellitori non abbiano voluto porla accanto ad una delle “dimore di Dio” proprio per rafforzare la forza della sepoltura esorcizzatrice).

A poca distanza da questo primo corpo, gli esperti del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana di Roma hanno ritrovato un’altra sepoltura anomala: questa volta si trattava di uno scheletro femminile che presentava i segni di profonde bruciature (come se fosse stato incenerito e poi deposto nella tomba) e sul quale erano stati posizionati grossi massi, quasi a voler impedire che potesse rialzarsi dalla sua tomba e tornare in vita. Pure questa volta una delle ipotesi formulate sostiene che anche questa seconda donna fosse un personaggio “scomodo” o da temere.

Secondo Marco Merola, benché supportate da dati scientifici certi (almeno per il livello attuale delle nostre conoscenze) tutte le teorie più suggestive vanno prese con estrema cautela: “Ho letto molti articoli di diverse persone che hanno scritto di questo ritrovamento – spiega – e non posso nascondere il mio personalissimo scetticismo. Ma è uno scetticismo assolutamente superficiale. Non ho gli strumenti per dire a chi appartengano i corpi e perché siano stati sepolti in queste condizioni e in particolare uno a faccia in giù. Ma nella mia lunga esperienza (sono oltre vent’anni che sono corrispondente di Archeology Magazine, una delle più importanti riviste di archeologia del mondo) posso dire che i casi strani negli scavi archeologici ci sono sempre. Nella mia vita mi sono trovato di fronte a presunte streghe, presunti giganti, personaggi che avevano malformazioni così particolari da farli etichettare come alieni o extraterrestri. Quindi prima di rilasciare patenti e dare certificazioni su chi possano essere i defunti e dire perché siano stati sepolti in un certo posto e in un certo posto credo vadano fatte moltissime analisi, moltissimi riscontri e moltissime ricerche storiche in diverse direzioni”.

San Calocero di Albenga

La teoria della “strega bambina”, quindi, è solo una delle tante ipotesi nel mazzo: “Sicuramente la teoria è molto suggestiva. Probabilmente si rivelerà anche giusta. Ma il mio personalissimo parere è che forse serva un supplemento corposo di indagine multidisciplinare”.

Il problema non è dato dagli elementi scientifici in sé, ma nel modo in cui questi sono stati cuciti insieme: da un lato ci sono i dati certi e i fatti scientificamente accertato, dall’altro le interconnessioni tra questi elementi e il confine tra deduzione logica e interpretazione soggettiva.

“Gli antropologi che hanno lavorato sui resti hanno collocato i corpi dal punto di vista anagrafico e hanno stabilito di quali patologie potessero soffrire. Sono tutti tecnici e hanno tutte le competenze necessarie per leggere questi dati. Il problema sono le connessioni tra le varie informazioni. Mettere in relazione i problemi fisici della ragazzina con la sepoltura a pancia in giù con il fatto che fosse una reietta della società con il fatto che fosse una strega va oltre la scienza: è un’interpretazione. Credo che sia necessario stabilire cosa sia ancora possibile scoprire, in modo da stabilire se sia così o no”.

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