Verso la sentenza

Rapina a casa dell’avvocato Roseo: chieste condanne per una pena complessiva di 16 anni

La decisione del collegio del tribunale è attesa per il prossimo gennaio

Savona. Una pena complessiva che supera i sedici anni di reclusione. E’ la richiesta di condanna avanzata questa mattina dal pm Daniela Pischetola nell’ambito del processo per la rapina nell’appartamento dell’avvocato savonese Emi Roseo, avvenuta nel febbraio di tre anni fa.

A giudizio, con ruoli e compiti diversi, ci sono Andrea Chimenzo per il quale è stata chiesta una condanna a otto anni e sei mesi di reclusione e 4 mila euro di multa; Anselmo Graziano, per il quale sono stati chiesti tre anni e un mese e 1500 euro di multa, e l’albanese Erjon Hoxhai, per cui il pm ha chiesto cinque anni due mesi di reclusione e duemila euro. La sentenza è attesa per il prossimo gennaio (questa mattina non è stato possibile terminare la discussione per l’impedimento di uno dei difensori).

Secondo la ricostruzione della Procura, la professionista savonese e la figlia allora quattordicenne per quasi venti minuti erano state tenute in ostaggio dai rapinatori nella casa di via Famagosta. I banditi si erano poi fatti aprire la cassaforte ed avevano rubato tutto il contenuto. Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti il colpo sarebbe stato organizzato da Andrea Chimenzo che l’avrebbe messo a segno con l’aiuto dei due albanesi: Erjon Hoxhaj, che sarebbe entrato con lui nell’appartamento, e Dimitraq Kalemai (giudicato separatamente perché irreperibile), che invece sarebbe rimasto in strada, a fare da palo.

Graziano (figlio della donna delle pulizie che aveva accesso all’alloggio dell’avvocato) invece sarebbe stato il basista del gruppo che secondo la squadra mobile, avrebbe dato informazioni preziose (ad esempio sulla presunta presenza di soldi e preziosi nella cassaforte e sulle abitudini di Emi Roseo e dei suoi familiari) all’amico Chimenzo.

Quel giorno, i rapinatori avevano aspettato che l’avvocato tornasse a casa dalla passeggiata che tutte le mattine faceva con il cane, poi era scattato l’assalto. Per l’accusa Hoxhaj aveva tenuto ferma sul letto la figlia del legale, mentre Chimenzo, armato di un coltello, si occupava della professionista e di svuotare la cassaforte.

Ad incastrare i tre (difesi dagli avvocati Marco Ballabio, Rocco Varaglioti e Paolo Foti), oltre agli accertamenti della polizia sarebbero state anche le telecamere della zona, in particolare quelle della sede de “La Destra”, che li avrebbe filmati mentre si aggiravano davanti al palazzo di via Famagosta dove abita l’avvocato.

Immagini che secondo i difensori invece non sono decisive perché, come stabilito in una perizia antropometrica, “la qualità del video è troppo bassa per consentire di ottenere dei riscontri utili ad identificare i soggetti ripresi”.

L’avvocato Varaglioti, difensore di Graziano, nella sua arringa ha sottolineato come gli elementi contro il suo assistito siano “deboli”. “E’ un processo interamente indiziario, ma gli indizi sono labili” ha aggiunto il legale alludendo alle intercettazioni telefoniche ed ai filmati raccolti dagli investigatori.

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