Lettera al direttore

Cronaca

Giacomo Persenda, il mio Prof…

Persenda era il mio Prof di educazione Fisica all’Istituto Tecnico per geometri “Paolo Boselli”, io ero uno studente un po scapestrato e lui era il mio indulgente insegnante, indulgente e comprensivo perché l’unica materia in cui andavo bene era proprio educazione fisica, in primis perché avevo un ottimo rapporto con lui a livello umano e pessimo con gli altri insegnanti.

Potevo però contare sul suo aiuto, durante gli scrutini finali, per non essere “bocciato”. Sto parlando del quinquennio 1964 – 1969 e io speravo sul suo fascino che esercitava su quelle vecchie cariatidi che insegnavano matematica, chimica e topografia, materie in cui non eccellevo assolutamente. Il Prof. Persenda arrivava a scuola, nella palestra di Via Delle Trincee alla guida di una Triumph spider con il tettuccio apribile, dava un colpo di acceleratore e scendeva agilmente sempre elegante, giaccia sportiva e camicia, pantaloni sempre stirati con la piega impeccabile e mocassini griffati. Era un personaggio positivo, che noi giovani tentavamo di imitare anche se con scarsi risultati.

Reputato un ottimo calciatore e da quello che leggevo sulle cronache sportive con una promettente carriera, anche se io non ho mai amato il calcio e quindi molto a malincuore, non potevo dialogare con lui delle partite della domenica. Mi dispiaceva molto perché non potevo rapportarmi con lui come gli altri miei compagni che all’opposto , come la stragrande maggioranza degli Italiani, seguono il calcio e commentavano con lui i risultati delle partite mentre io , unico volenteroso della classe, correvo in tondo oppure facevo gli attrezzi. Ricordo che Persenda amava definire il calcio come il più bello sport del mondo.

Devo ringraziare Persenda perché, ammirandolo molto come persona e come insegnante, fece nascere in me il desiderio di seguire la sua carriera lavorativa, appena gli espressi il mio orientamento egli si rese disponibile a prepararmi per il concorso di ammissione all’Istituto Superiore di Educazione Fisica proprio a Torino, proprio dove aveva studiato lui. Devo quindi ringraziarlo se riuscii a classificarmi e ad essere ammesso alla frequenza. Quando lo incontravo per Savona, io ero già quello che si dice un maturo insegnante e lui qualcosa di più di maturo, ma nei miei occhi era sempre quel giovane e simpatico Prof. di educazione fisica, atletico e pimpante, con la battuta sempre pronta, che scendeva dallo spider color verdone con il tettuccio nero con piglio deciso e con il sorriso sempre pronto. Ecco come ricorderò il mio Prof. Giacomo Persenda.

                                                                                                                                                                        Roberto Nicolick

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