La storia

Attentato di Parigi: “Io, musicista savonese ho passato la frontiera senza controlli”

Valico di frontiera "aperto" e controlli sporadici, così Hollande protegge la Francia e i francesi

Savona.  Dicono che siamo in guerra, che Schengen è finito in soffitta, che Hollande per proteggere la Francia e i francesi ha alzato il muro e rafforzato i controlli alla frontiera. Le auto, in effetti, viaggiano a passo d’uomo con le carreggiate ristrette da transenne. Ma qualcosa non torna: il valico di Ventimiglia, nonostante il presidio di uomini in divisa, ha le maglie ancora troppo larghe. E chissà quanti clandestini e forse anche simpatizzanti dell’Isis sono passati in questi giorni dopo gli attentati di Parigi.

Ferdinando Molteni, ex assessore alla Cultura del Comune di Savona, musicista giramondo, ha raccontato la sua esperienza in esclusiva a IVG. “Chiariamolo subito. I controlli ci sono, ma i francesi sono più approssimativi di noi””, dice apertamente.

Ferdinando Molteni e chi lo ha accompagnato nel viaggio d’Oltralpe lo ha potuto toccare con mano. “Giovedì scorso sono andato in Francia. Abbiamo raggiunto Tolone per una tappa del nostro lungo tour che negli ultimi mesi ci ha portati anche dall’altra parte del mondo. Avevo la macchina piena di strumenti. Mi aspettavo un’ora di controlli alla frontiera di Ventimiglia”. E invece? “E invece niente. Neanche un poliziotto. Né francese né italiano. E infatti nessuno ci ha fermati”. E poi che cosa è successo? “Al ritorno, venerdì sera, stessa situazione”.

Al musicista savonese sorge un dubbio. “Ma Francois Hollande non aveva chiuso le frontiere? Mi sa che i francesi son peggio di noi”. Su quella macchina al posto delle chitarre, degli spartiti musicali e di altre attrezzature per il concerto di Tolone ci potevano essere bombe e kalashnikov. “E’ proprio così. Ma davanti e dietro di me sia all’andata che al ritorno ho visto auto e furgoni passare quello che chiamano “filtro” senza essere fermati. E se fossimo stati dei terroristi?”. Eppure dicevano che i controlli avevano l’obiettivo di scongiurare la fuga di eventuali complici degli attentatori. Ma sia gli agenti della Police Nationale che quelli della Gendarmerie che presidiano giorno e notte la linea di confine sembrano chiudere gli occhi.

La sospensione straordinaria e temporanea del trattato di Schengen, tra l’altro, era già in vigore prima ancora della strage in vista del vertice sul clima a Parigi in programma dal 30 novembre all’11 dicembre. Ma i controlli, tutt’ora, sono molto blandi.

Ma c’è qualcosa che comunque al musicista savonese ha lasciato il segno: “La gioia per il bellissimo concerto di Tolone (sala piena di pubblico pagante, grande rispetto e attenzione, nonostante i due allarmi bomba del giorno prima) fa il paio con l’amarezza per l’annullamento del concerto di Aix-en-Provence. Questo il comunicato dell’Università Aix-Marseille: “Le spectacle prévu vendredi 20 novembre à 19h dans l’amphi Guyon, autour de la grande guerre en Italie, est annulé pour des raisons de sécurité”. Vivere in Francia non è facile di questi tempi. Siamo vicini al popolo francese, che amiamo profondamente”.

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