La storia

Evase dai domiciliari perché non sopportava la compagna: patteggia un anno

In manette a luglio era finito un trentenne marocchino fermato sopra un bus diretto ad Andora

tribunale Savona aula

Andora. Nel luglio scorso era finito in manette per evasione dagli arresti domiciliari. Una fuga che, secondo quanto un trentenne marocchino, Abdelhak Lafjaji, aveva riferito ai carabinieri era stata pensata proprio per farsi accompagnare in carcere: “Non ce la facevo più a stare in casa con la mia compagna e quindi sono uscito per farmi arrestare”. E così il nordafricano, fermato su un pullman diretto ad Andora quando doveva essere ai domiciliari a Cairo, era finito in manette e poi a giudizio per direttissima.

Il suo legale, l’avvocato Francesca Aschero, aveva chiesto che il suo assistito fosse sottoposto ad una perizia psichiatrica: era emerso infatti che l’uomo nelle settimane precedenti all’arresto si fosse reso protagonista di alcuni episodi preoccupanti (aveva tirato dei vasi dalla finestra, ma anche cercato di darsi fuoco) e fosse stato visitato dal Centro di Igiene Mentale. I medici hanno dichiarato il marocchino capace di intendere e volere quindi imputabile. Questa mattina in tribunale Abdelhak Lafjaji ha quindi patteggiato un anno di reclusione per l’evasione.

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