La stoccata

Dimissioni Cavo e Giampedrone, i 5 Stelle: “Costeranno 1 milione e 200 mila euro”

I Grillini: "Un'operazione cinica e spregiudicata alla quale ci siamo opposti in aula con voto contrario, sottolineandone la manifesta illegittimità"

Alice Salvatore

Regione. Nuova Giunta, ma solita politica. E’ il messaggio che lanciano gli esponenti del Movimento 5 Stelle in Regione nel commentare l’ingresso di due nuovi volti nel consiglio regionale.

“Quello che era nell’aria da tempo ora è ufficiale. Lilli Lauro (Forza Italia) e Franco Senarega (Lega Nord) sono ufficialmente entrati in consiglio regionale, tra i banchi della maggioranza. A fargli spazio sono stati Giacomo Giampedrone e Ilaria Cavo, rispettivamente assessore alla Protezione Civile e alla Cultura. Con una manovra che profuma tanto di vecchia politica, la maggioranza è riuscita in un colpo solo a rafforzare la propria pattuglia in consiglio, usando la cosa pubblica come strumento per assicurare posti e poltrone ai partiti. La Regione Liguria trasformata in lavanderia per pulire i panni di famiglia e tenere a bada i mugugni interni. Il tutto infischiandosene beatamente del voto dei cittadini che lo scorso 31 maggio avevano bocciato i neo-consiglieri regionali” dicono i consiglieri Alice Salvatore, Francesco Battistini, Marco De Ferrari, Andrea Melis, Gabriele Pisani, Fabio Tosi del MoVimento 5 Stelle.

“Un’operazione cinica e spregiudicata alla quale ci siamo opposti in aula con voto contrario, sottolineandone la manifesta illegittimità: non ci risulta, infatti, che i due consiglieri dimissionari Cavo e Giampedrone siano esperti nelle materie dei due assessorati che dirigono. Non si capisce, perciò, per quale motivo Toti dovrebbe rivolgersi per due incarichi così delicati a quelli che da oggi vanno considerati a tutti gli effetti due assessori esterni. Siamo di fronte all’ennesima presa in giro con la quale la politica sfrutta a suo uso e consumo incarichi e poltrone, facendosi letteralmente beffe dei cittadini e della democrazia” attaccano i Grillini.

L’aspetto contro il quale i consiglieri pentastellati puntano maggiormente il dito però è quello relativo alla spesa: “Esiste una ragione che, più di ogni altra, ci lascia perplessi sul rimpastino di Toti & C. e ha a che fare, ancora una volta, con i costi della politica. Quello che il centrodestra non racconterà mai è che questa operazione costerà alle casse pubbliche altri due (munifici) stipendi. Parliamo di 8.800 euro al mese + 2.200 euro di spese di mandato al mese. Totale: 11mila euro lordi al mese a testa. Calcoli alla mano, l’ingresso di Lauro e Senarega costerà ai cittadini la bellezza di 1 milione e 200mila euro circa. Alla faccia della spending review e dei tagli alla politica sbandierati a parole da Toti in campagna elettorale”.

Non manca poi una stoccata al Partito Democratico: “Il Pd che fa? Si agita, lancia accuse, moralizza a parole. Ma, alla prova dei fatti, al voto decisivo ha scelto di astenersi, legittimando di fatto i degni successori di una politica che ragiona su calcoli e convenienze personali. Le loro. Un messaggio che più chiaro di così non si può: così fan tutti. Tanto lo scontrino lo pagano sempre i cittadini” concludono Alice Salvatore, Francesco Battistini, Marco De Ferrari, Andrea Melis, Gabriele Pisani, Fabio Tosi.

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