Lettera al direttore

L'intervento

Da Alassio Lucchini (Forza Italia) attacca Gino Garibaldi

Avevo sempre considerato, almeno dalle impressioni ricevute, Gino Garibaldi un Consigliere regionale valido e una persona corretta negli anni in cui, per percorso politico avevo avuto la opportunità di frequentare l’ambiente della Regione Liguria assieme all’allora capogruppo di Forza Italia, Marco Melgrati: poi avevo iniziato a cambiare idea vedendo Gino Garibaldi cambiare la carte in tavola e, da eletto in Regione con i voti del PdL (centro-destra), da prima passare in un coacervo ” politico-opportunistico” chiamato Ncd, poi più e più volte votare quanto la Giunta regionale di sinistra guidata dal Pd Claudio Burlando aveva proposto un consiglio dopo l’altro.

Ora leggo di questa nuova iniziativa di carattere legale-amministrativo, a difesa di chi eventualmente, se provato in un’aula di Tribunale, avrebbe fatto un uso inappropriato di denaro pubblico, denaro dei cittadini contribuenti speso in maniera impropria e devo dire che gli esempi, stando alle puntigliose quanto dettagliate cronache giornalistiche, non sono stati pochi: qualcuno talmente eclatante da prevedere la messa agli arresti domiciliari di alcuni dei politici coinvolti, che solo dopo le proprie dimissioni dall’Ente regionale, hanno potuto riacquistare la libertà personale in attesa degli sviluppi dell’inchiesta e dei prevedibili rinvii a giudizio, vista la rilevanza dei fatti commessi, da parecchi ” eletti ” di un pò tutte le formazioni politiche.

Ora leggere di questa iniziativa spregiudicata che vorrebbe sollevare un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato, mi pare davvero capziosa, pericolosa e di più, rasenti quella che è la lucida follia che ha animato la politica degli ultimi anni, in cui una “casta”, quella cui appartiene un rilevante numero dei politici italiani, un “ensamble” di faccendieri e trafficoni, che oggi a differenza del passato, oramai direi quasi remoto, non rubano più non intrallazzano per il partito ma, più spregiudicatamente, per le proprie tasche, per proprio beneficio, per la propria sicurezza economico sociale, per affrancarsi dai problemi quotidiani di sussistenza anche per il futuro.

Oggi abbiamo cittadini come gli “esodati“ che da anni attendono di poter capire quando riceveranno una pensione vivendo una vita nella precarietà dell’ incertezza, anziani che hanno una pensione minima che non permette loro di condurre una esistenza decorosa degna di essere considerata ” civile ” e poi abbiamo dei politici che appena lasciati a casa dagli esiti delle consultazioni elettorali della politica regionale, oltre ad aver percepito ricchi stipendi e rimborsi spese per anni, hanno per di più diritto a una liquidazione secca tra i 30 e i 60 mila euro in virtù della durata dei loro precedenti mandati regionali se di 5 o 10 anni, e non paghi di ciò, perché è proprio il caso di dirlo, già dopo poco essere rimasti fuori dall’agone politico percepiscono il “vitalizio”, una somma che varia da 1.800 a circa oltre 6.000 euro mensili sempre a seconda dei ruoli ricoperti e della durata del percorso nella macchina politica regionale.

Ora personaggi così privilegiati senza alcuna reale ed accettabile giustificazione hanno l’ardire, come nel caso del succitato, di sollevare contenziosi sulla competenza o meno del Magistratura e di altri Organi dello Stato a vigilare e verificare, come doveroso visti gli eventi emersi, come viene speso il denaro dei cittadini, di cui costoro sono sostanzialmente oltreché dei rappresentanti in una più eufemistica interpretazione per molti discussi personaggi ma più realisticamente certo dei dipendenti stipendiati dai cittadini elettori, rivendicando per il Consiglio regionale una sua autonomia politica e organizzativa, contabile e funzionale insomma un’autonomia alla spendita di denaro pubblico soggettiva. Io dico che alcuni di questi politici non conoscono cosa sia la vergogna e men che meno il senso di responsabilità, di fronte a stipendi più che soddisfacenti anche per che è motivato di più da elevate retribuzioni economiche a cui spesso, per converso, non corrispondono né l’impegno dovuto e peggio neppure le capacità, quelle si che sarebbero necessarie a ricoprire certi delicati ruoli!
Spero fortemente che il neo governatore Giovanni Toti non sposi la tesi di Gino Garibaldi, un trasformista della politica e non scenda in campo in difesa di un “sistema negletto” che di danni già ne ha generati parecchi e inconfutabili, rispetto al quale lui si è sempre dichiarato estraneo, candidandosi questa primavera a cambiare il vento della politica regionale, per dare una svolta reale verso nuovi orizzonti e nuove sfide per la rinascita politica, economica e della nostra bella e amata Liguria.

Chi ha avuto responsabilità ne deve rispondere nelle sedi appropriate: chi ha sbagliato paghi e chi ha operato nei limiti di correttezza e legalità sono certo ne uscirà indenne e a testa alta, è ora di finirla, è ora che chi crede di possedere le doti per scendere nell’agone politico comprenda che non è un gioco ma una tremenda responsabilità, che il suo operato incide sulla vita e sul futuro dei cittadini e non è un ambito dove tutto è permesso, affinché non valga più l’assioma “tutti rubano, nessuno ha rubato!”.

Fabio Lucchini
Forza Italia

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