Il blitz

Appropriazione indebita, nuova indagine su don Carmelo Licciardello

Parte dei carteggi trovati in casa del prete si riferivano a soldi incassati dai parrocchiani e versati alla Caritas

don carmelo licciardello

Albenga. Primi provvedimenti dopo il blitz che la guardia di finanza ha effettuato negli uffici della Caritas di Albenga. L’ex parroco di Ceriale e ora a Dolcedo, don Carmelo Licciardello, è indagato di appropriazione indebita. Già era indagato dalla stessa procura di Savona per una presunta circonvenzione d’incapace.

Le fiamme gialle del comando di Albenga hanno deciso di sequestrare alcuni locali della struttura dove si trovavano gli archivi. Un provvedimento deciso anche per facilitare il compito futuro di esame degli atti.  Una verifica che richiederà inevitabilmente del tempo.

A finire ai raggi della Finanza è stata in particolare la contabilità del ramo finanziario della chiesa. Tutti questo sperando poi di trovare conferme e riscontri alle parole di don Licciardello. Il prete di origini siciliane nel corso dell’interrogatorio del 19 ottobre scorso davanti al pm Chiara Venturi aveva sottolineato che parte dei carteggi trovati in casa si riferivano a soldi incassati dai parrocchiani e versati alla Caritas per le adozioni internazionali seguiti da una struttura del nord Italia.

Ed è proprio per verificare la bontà delle dichiarazioni dell’ex parroco di Ceriale che ora la magistratura savonese ha deciso una ispezione a sorpresa nelle strutture diocesane nella città delle torri. Il filone della presunta appropriazione indebita nasce dall’inchiesta madre sulla presunta circonvenzione d’incapace messa in atto ai danni di un’anziana parrocchiana cerialese.

Gli inquirenti dovranno confrontare conti correnti e le contabilità per verificare l’esistenza o meno di sottrazione indebita di denaro dai conti della chiesa albenganese. 

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