"darkness 2"

Furti seriali nel ponente savonese, scena muta dal gip di tre arrestati fotogallery

Gli arrestati hanno preferito non rispondere alle domande del giudice Giorgi

Savona. Hanno fatto scena muta davanti al gip Fiorenza Giorgi tre degli arrestati nell’ambito dell’operazione “Darkness 2” che ha permesso di sgominare una banda accusata di una serie di furti in bar, farmacie e magazzini messi a segno nei mesi scorso nelle province di Savona, Genova, Imperia, Alessandria e Varese.

Stamattina davanti al giudice si sono presentati Constantin Badila Alin, Marian Troncas e Ion Ovidiu Saranciu, che però hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere. I tre, così come le altre sei persone finite in manette, Teofil Prelipcean, Iacob Daniel Tudorel, George Bulgaru, Albert Hysa e Marian Niculae, sono accusati di associazione per delinquere finalizzata ai furti.

I colpi contestati nelle ordinanze cautelari firmate dal gip Fiorenza Giorgi su richiesta del pm Chiara Venturi sono ventuno, ma, come è stato spiegato dai carabinieri nel corso degli ultimi accertamenti investigativi, ne sono stati scoperti altri otto che sarebbero appunto da attribuire alla banda.

Secondo i militari del nucleo operativo della Compagnia di Albenga che per mesi li hanno monitorati (l’indagine è iniziata a maggio scorso), gli arrestati erano una banda di professionisti, che non lasciava nulla al caso e cercava di raccogliere tutte le informazioni necessarie ad “operare” in sicurezza. Il modus operandi infatti era sempre lo stesso. C’era una prima fase, quella cioè dei sopralluoghi. I malviventi si fingevano clienti. Entravano nel bar o nella farmacia per verificare orari di apertura e chiusura, la disposizione dei sensori dell’impianto di allarme e delle telecamere di video sorveglianza.

In una seconda fase, la mattina o il pomeriggio che precedevano il raid, tornavano nel locale e neutralizzavano i sensori dell’allarme con uno spray siliconico in modo che “non rilevasse le variazioni volumetriche”. Di notte, poi, avveniva il furto, solitamente fra le due e le quattro. I malviventi puntavano l’attenzione sulle slot machine che scardinavano utilizzando seghetti flessibili o cannelli a gas. Presi i soldi, scappavano e facevano perdere le tracce. Ogni colpo fruttava fra i due mila e gli otto mila euro. In questo modo avrebbero colpito a Tovo San Giacomo, Finale, Borgio Verezzi, Loano, Pietra Ligure, Ceriale, Arnasco. Dalle indagini è emerso che l’azione della banda non era limitata al Savonese: secondo gli inquirenti – che martedì hanno ricevuto anche i complimenti del comandante generale dell’Arma, Tullio Del Sette, che era in visita al comando provinciale – hanno colpito anche a Bovolone (provincia di Verona), Acqui Terme, Caramagna, Diano Marina, Genova, Bogliasco.

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