Prevenire

Unione dei Comuni, i Verdi: “Fondamentale la gestione associata della protezione civile”

Passaggio fondamentale per gestire il rischio alluvioni: i Comuni di uno stesso bacino idrografico devono unire le forze

Protezione Civile Andora

Savona. “Mentre alcuni Comuni fanno marcia indietro sul percorso dell’Unione tra Comuni sono previste sempre più risorse finanziarie per gli Enti che si associano a scapito di quelli che rimangono singoli e isolati. Infatti sempre più spesso si assiste, a livello nazionale, all’emanazione di norme regionali che privilegiano le gestioni delle funzioni associate e tra queste, una delle più importanti riguarda proprio la Protezione Civile”. Così il portavoce dei Verdi del ponente savonese Gabriello Castellazzi.

“Siamo in attesa di vedere come si comporterà la nuova Giunta della Regione Liguria. Associarsi conviene e serve a programmare interventi per servizi più efficaci finalizzati a proteggere i cittadini. I tecnici del settore lo dicono in modo chiaro: le nuove “Linee guida per la pianificazione provinciale e comunale di emergenza” nel comparto della Protezione Civile saranno veramente utili solo se tutti i Comuni di ogni bacino idrografico attueranno forme concrete e solidali di programmazione (a partire da quella urbanistica)”.

“Questo è necessario per affrontare rischi sempre più frequenti di fenomeni alluvionali dovuti agli evidenti mutamenti climatici che ormai solo isolati pseudo-scienziati tentano di minimizzare, sostenuti purtroppo da miopi forze politiche conservatrici”.

“Il Ministero dell’Ambiente attesta che l’82% dei Comuni italiani è in pericolo per il dissesto idrogeologico, in Liguria 188 su 235. Il livello di rischio per le cosiddette “bombe d’acqua” (fenomeni meteorici di poche ore concentrati su aree circoscritte) ha una frequenza crescente ormai nota a tutti e la stagione autunnale si avvicina” aggiunge il portavoce dei Verdi.

“Se non è possibile raggiungere il livello “rischio zero”, è tuttavia possibile “ridurre e gestire il rischio” investendo risorse in attività di manutenzione del territorio; promuovendo nello stesso tempo un coordinamento stretto per attività di monitoraggio e allertamento, precedute dagli essenziali interventi di regolazione delle acque, manutenzione dei corsi d’acqua ecc”.

“Ma tutto questo ha senso soltanto se tutti i Comuni di un intero bacino idrografico si coordineranno per programmare ed eseguire tutta una serie di interventi, ben individuabili attraverso la documentazione dei “Piani di bacino”, che i sindaci conoscono molto bene e che, per vari motivi, spesso finanziari, non riescono a portare a termine contando solo sulle proprie forze” conclude Castellazzi.

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