Mondo sommerso

Scoperto dai carabinieri subacquei nuovo cunicolo nella grotta di Bergeggi fotogallery

Le ricerche scientifiche si sono concentrate sugli aspetti biologici ed ecologici delle parti sommerse

Bergeggi. Un cuniculo sommerso all’interno della grotta marina dell’isola di Berteggi è stato scoperto dai carabinieri subacquei dopo la segnalazione dell’archeologa subacquea Laura Sanna.

Mai esplorato e cartografato è stato perlustrato dal Centro Carabinieri Subacquei di Genova che, da anni, collaborano attivamente nelle attività di monitoraggio e ricerca scientifica. I militari hanno documentato con filmati e foto, il nuovo cunicolo sommerso che si addentra nella montagna rocciosa.

Le indagini scientifiche hanno svelato la presenza di specie rare come la spugna Petrobiona massiliana, considerata un vero e proprio fossile vivente, talmente rara che per lungo tempo fu considerata estinta, di specie tipiche degli ambienti di grotta come la madrepora Polycyathus muellerae, i gamberi meccanici Stenopus spinosus, le strettamente protette magnose o cicale di mare Scyllarides latus, i rari granchi Herbstia condyliata e le meravigliose cipree Luria lurida per non parlare della comunità ittica, dominata dai re di triglie (Apogon imberbis), da rarissimi ghiozzi (esclusivi delle grotte), dalla brotula nera (Grammonus ater) e dalle corvine (Sciaena umbra).

Era stata nel 2014, l’archeologa subacquea Laura Sanna, durante lo svolgimento di specifiche indagini per la laurea specialistica, autorizzate dalla Soprintendenza Archeologica, a segnalare la presenza di un cunicolo subacqueo mai cartografato.

Il Comune di Bergeggi, in qualità di Ente gestore dell’Area Marina Protetta “Isola di Bergeggi”, ha deciso di verificare questa intuizione coinvolgendo gli uomini del Centro Carabinieri Subacquei di Genova che, da anni, collaborano attivamente nelle attività di monitoraggio e ricerca scientifica.

I subacquei dell’Arma si sono immersi nella grotta e hanno confermato l’intuizione della dottoressa Sanna, documentando con filmati e foto, il nuovo cunicolo sommerso che si addentra nella montagna rocciosa. La Grotta Marina di Bergeggi rappresenta un unicum, in Italia, per le sue caratteristiche geologiche, antropologiche e biologiche.

I primi studi della grotta risalgono alla fine del 1800. Durante una serie di ricerche effettuate nel 1881, Elio Modigliani trova all’interno della grotta strumenti in osso, frammenti ceramici e tombe con corredo, appartenenti al periodo preistorico, protostorico e medievale. Il celebre scienziato genovese, Arturo Issel, riporta la notizia dei ritrovamenti nei suoi volumi “Liguria geologica e preistorica” e “Liguria preistorica”, informando di altre ricerche effettuate da lui stesso e da Gianbattista Rossi. Tutti i ritrovamenti fanno ipotizzare una frequentazione della grotta da parte dell’uomo, sia a scopo sepolcrale sia abitativo, con alternanza di lunghi periodi di abbandono, a partire dal Paleolitico (VI millennio a.C.).

Tanti sono gli scienziati liguri che si sono occupati negli ultimi decenni della Grotta Marina da Carlo Nike Bianchi a Riccardo Cattaneo Vietti, da Marco Firpo a Giovanni Diviacco, per finire con Paolo Guidetti e Giorgio Bavestrello. In questi ultimi anni, le ricerche scientifiche si sono concentrate sugli aspetti biologici ed ecologici delle parti sommerse.

Gli ambienti esplorabili in immersione sono poco estesi, si tratta prevalentemente di cunicoli dal fondo ghiaioso e dalle volte arrotondate generati dal carsismo (la roccia è calcarea) e dall’erosione marina, ma sono tutti estremamente ricchi di vita.

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