Lettera al direttore

Il messaggio

Pensionamento del Procuratore Granero: la lettera di saluto scritta ai colleghi

Il Procuratore ha scelto di congedarsi senza organizzare cerimonie e donando il corrispettivo della "festa" alla onlus del Capitano Ultimo

Nell’ultimo giorno di lavoro prima della pensione del Procuratore di Savona Francantonio Granero pubblichiamo la lettera di saluto che il magistrato nei giorni scorsi ha inviato ai suoi colleghi.

Cari tutti,
aborrisco la retorica degli addii e nella mia lunga carriera, avendo partecipato a molti incontri di commiato, mi sono convinto quasi da subito che sarebbe stato meglio non indulgere a questo tipo di cerimonie. Non voglio cambiare idea adesso che, tra pochissimi giorni, toccherà a me.

Voglio dirvi, invece, con convinzione, forza ed affetto, che sono molto orgoglioso del clima che siamo riusciti a creare nel nostro ufficio e dei risultati che abbiamo ottenuto. Questi sono paragonabili, senza tema di smentita, a quelli mediamente ottenibili in un ufficio di dimensioni molto, ma molto più grandi e, d’altra parte, l’elaborazione e la riproposizione quasi maniacale delle statistiche (per la quale gli altri magistrati dell’ufficio mi prendono affettuosamente in giro), lo dimostra ampiamente, anche se la constatazione resta solo come soddisfazione morale. Tutti abbiamo contribuito, magistrati ordinari ed onorari, personale amministrativo, polizia giudiziaria delle sezioni ed aggregata.

Mi soffermo un po’ di più sulla polizia giudiziaria, per le implicazioni costituzionali ed istituzionali che derivano dalla sua presenza negli uffici di procura che, almeno qui da noi, ha occupato la parte nettamente prevalente del mio impegno lavorativo. Una presenza preziosa, che spero non ci venga mai tolta, perché, grazie al ruolo che le compete, rappresenta il baluardo organizzativo dell’autonomia costituzionale del pubblico ministero che, altrimenti, avrebbe le mani legate. Ne risentirebbe il clima dell’intero Ufficio, destinato a divenire, di fatto, meno indipendente, molto più scialbo e burocratizzato, un mero passacarte del Potere Esecutivo, in pratica della politica, a sua volta condizionata dai cd. “poteri forti”. Le ricadute sarebbero devastanti, perché – senza bisogno di attentare formalmente all’indipendenza del Giudice – quest’ultimo, privato dell’apporto indipendente del motore del processo, il pubblico ministero, sarebbe costretto a giudicare “liberamente” solo sulle questioni che interessano alla politica.

I rischi di questa involuzione ci sono, perché i “poteri reali” mal sopportano il controllo di legalità ad opera del potere formale di un pubblico ministero indipendente ed efficiente. Quindi assistiamo a tentativi sempre più sottili, ma incisivi, per svuotare di possibilità operative i nostri poteri formali, che non si ha ancora avuto il coraggio politico di toccare apertamente, così trasformando il Pubblico Ministero in un burocrate. Se questo dovesse davvero accadere, ne risentirebbe l’intero ufficio di procura, che cambierebbe pelle (molto in peggio). Si tratta di un rischio reale, al quale mi auguro che tutti quanti Voi sappiate resistere, con retta coscienza, mente lucida, schiena diritta e piede fermo. Ed è anche l’augurio che mi pare di poter fare collettivamente a ciascuno, senza distinzioni di ruoli o, meno che mai, di caste.

Quanto a me, nel momento del commiato, tengo fermo il proposito ultradecennale di evitare cerimonie politically corrette, ma melense: me ne vado in silenzio, senza malinconiche festicciole ed in punta di piedi, devolvendo il corrispettivo economico della “festa” ad una Onlus benemerita, basata sul volontariato, che opera nel settore dell’assistenza sociale e socio sanitaria, della beneficenza, dell’ istruzione e della formazione. L’Onlus verso la quale mi sono orientato, non a caso, è quella fondata e diretta dal colonnello dei Carabinieri, Vice-Comandante dei NOE, Sergio De Caprio, che, insieme ad alcuni di noi, ho avuto il piacere di conoscere e di frequentare, apprezzandone la generosità e la grande positività e nobiltà di intenti. Si tratta di un reparto speciale dei Carabinieri che, dopo una serie di operazioni di polizia giudiziaria di particolare rilievo, ivi compresa l’indagine Tirreno Power, sta subendo (sicuramente per concomitanza puramente casuale) un netto depotenziamento, attraverso la sottrazione al vice-comandate, ormai formalizzata, del coordinamento della polizia giudiziaria. Ragione di più per sostenerne, in maniera convinta, l’attività di volontariato.

Chi vorrà associarsi, potrà farlo versando liberamente quanto riterrà, in favore dell’Associazione Volontari Capitano Ultimo – Onlus – Codice fiscale: 97559180589 – IBAN: IT47H0623003214000043135954

Grazie per questi anni passati insieme, che non esito a definire umanamente e professionalmente bellissimi.
Vi saluto e abbraccio tutti con un grande affetto.

Francantonio Granero

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.