Dietro le sbarre

Carcere di Savona senza direttore da oltre un anno, è emergenza

Carcere di Savona

Savona. Da oltre un anno il carcere Sant’Agostino di Savona è senza direttore. A dirigerlo è un funzionario a oltre 150 chilometri, Paola Penco che regge il penitenziario di Chiavari. Permessi per i detenuti, licenze premio, mezzi da riparare, vengono gestiti via fax e via email. “Situazione paradossale – la definisce Michele Lorenzo, segretario regionale del Sappe, il sindacato dei baschi azzurri – situazione che abbiamo evidenziato più volte nell’arco degli ultimi 365 giorni scrivendo al provveditorato e al ministero di Giustizia, ma la soluzione tarda ancora ad arrivare”.

L’emergenza non è solo per il sovraffollamento di una casa circondariale che andrebbe dismessa, ma anche per organici carenti. “Pochi uomini e non vengono neppure sostituiti. Anzi, molto spesso l’organico viene depotenziato”, denuncia Lorenzo Michele.

C’è poi la questione sanitaria. “Capitolo spinoso quello – sottolinea Lorenzo Michele –  il carcere di Savona è un ex convento risalente al 1.400 dalla capienza di 38 posti (che però ne arriva a ospitare quasi settanta a seconda dei periodi ndr). Nel corso degli anni solo il primo piano è stato ristrutturato, ricavando docce e finestre. Il secondo piano, che si trova sottoterra, non ha né docce né finestre, ma solo le antiche “bocche di lupo” (poco più che fessure) che non permettono il ricambio di aria, neppure quando la temperatura si fa infernale”.

Quello di Savona è vetusto e continuamente in balìa di emergenze sanitarie si trova invece a Imperia, praticamente nel centro della città. “Trovandoci vicino al confine – spiega Michele Lorenzo, segretario regionale del Sappe Liguria – qui dentro vengono reclusi molti stranieri senza permesso di soggiorno e anche scafisti che arrivano in condizioni sanitarie preoccupanti. Abbiamo avuto episodi di Tbc, scabbia, e sospetti casi di Ebola che per fortuna poi si sono verificati falsi allarmi”. “E’ inutile che l’amministrazione penitenziaria pensi di risolvere il problema con qualche intervento di manutenzione qua e là per tamponare i danni – prosegue Lorenzo – queste carceri andrebbero abbattute e ricostruite, per adattarsi a quelle che sono le problematiche e le emergenze di oggi”.

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