Tempo scaduto?

Acqua pubblica, scatta il presidio: altre adesioni allo sciopero della fame

"Acqua pubblica, non c'è più tempo": il comitato savonese lancia presidio fino al 9 settembre

acqua pubblica

Savona. Scatterà da domani mattina il presidio del Comitato per l’Acqua Pubblica savonese, in piazza Sisto a Savona. L’iniziativa è stata messa in campo in segno di protesta contro la possibile privatizzazione del servizio idrico integrato nel savonese e andrà avanti fino al 9 settembre, in attesa di conoscere quale sarà l’indirizzo della Regione dopo la discussione in commissione della mozione presentata dal consigliere del M5S Andrea Melis (dibattito rinviato in Consiglio regionale all’incontro fissato per il prossimo 7 settembre).

Tra gli esponenti del Movimento per la difesa dell’acqua inizierà anche uno sciopero della fame: dopo quello annunciato dal consigliere comunale di minoranza a Ceriale Luigi Giordano, anche l’albenganese Silvio Farinazzo ha aderito a questa forma estrema di protesta, che probabilmente coinvolgerà a staffetta altri membri del Comitato.

“Entro il 30 settembre c’è la scadenza per la riorganizzazione del servizio idrico come indicato dal decreto Sblocca Italia e se non ci sarà una azione coordinata dei sindaci savonesi il commissariamento sarà inevitabile, con tutti i rischi che ne conseguono. Anche per questo chiederemo alla Regione un rinvio della scadenza per consentire agli enti locali di concretizzare una proposta pubblica per la gestione di acqua e depurazione” afferma Roberto Melone, responsabile del Comitato savonese.

“C’è stato troppo immobilismo da parte dei sindaci negli ultimi tre anni e ora siamo arrivati a questo punto: noi continueremo la nostra battaglia per realizzare concretamente da Varazze a Laigueglia, per i comuni costieri, una gestione solo pubblica del servizio idrico integrato” conclude Melone.

“La scadenza del 30 settembre 2015 è vicinissima e sarà epocale perché dalle amministrazioni pubbliche verranno fatti degli atti che determineranno la fine del primo dei beni comuni, l’Acqua, che di fatto passerà sotto le multinazionali, ignorando il referendum del 2011, votato dalla maggioranza dei cittadini e ignorando la volontà espressa da molti sindaci sia in sede elettorale che con protocolli firmati” sottolinea Silvio Farinazzo.

“Oggi possiamo ancora fare qualcosa di concreto, i sindaci possono fare ancora delle delibere in tal senso, mantenendo così anche le promesse fatte in sede elettorale ai propri cittadini, noi possiamo fare delle azioni forti per far conoscere e far rendere conto ai cittadini di cosa sta succedendo, in modo che siano tutti partecipi in una forte azione comune in difesa dell’oggi e del domani dei nostri figli e nipoti”.

“Da parte nostra, delle associazioni, dei partiti, dei movimenti che sono sul territorio della provincia e oltre, delle singole persone che sono indignate e seriamente preoccupate, propongo di partecipare e sostenere uno sciopero della fame, anche a staffetta, finché non avremo risposte, esteso in diverse piazze della provincia, con lo scopo di fare staccare un momento i cittadini dalle loro corse quotidiane e focalizzare questo grosso problema” conclude.

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