Il verdetto

Inchiesta sul raddoppio ferroviario di Andora: 2 rinvii a giudizio, 2 proscioglimenti e la Ferrovial patteggia

Sono cadute le contestazioni mosse all'imprenditore Renato Cossi: il processo è stato seguito anche dalla televisione svizzera

raddoppio ferroviario Andora San Lorenzo

Andora. Due rinvii a giudizio per frode in pubbliche forniture e per truffa, quattro patteggiamenti e quattro sentenze di non luogo a procedere. E’ il verdetto emesso questa mattina in udienza preliminare dal giudice Fiorenza Giorgi nell’ambito del procedimento che ha preso le mosse dall’inchiesta della Procura di Savona sul raddoppio ferroviario tra Andora e San Lorenzo al Mare.

Una vicenda per la quale il pm Chiara Maria Paolucci aveva chiesto il rinvio a giudizio di sette persone (tra amministratori delle società coinvolte e responsabili del cantiere) e di due aziende che erano impegnate nei lavori, la Ferrovial Agroman e la Cossi Costruzioni di Sondrio.

Proprio nei confronti di una delle aziende, la Cossi Spa, e del suo amministratore Renato Cossi, sono cadute tutte le accuse. Nei confronti dell’imprenditore Cossi è stata infatti pronunciata una sentenza di non luogo a procedere per non aver commesso il fatto, mentre l’illecito amministrativo contestato alla società è risultato prescritto.

Stessa sentenza (non luogo a procedere per non aver commesso il fatto) è stata pronunciata anche per Ignacio Rodriguez Botella, amministratore della Ferrovial. Per quanto riguarda quest’ultima società invece per uno degli illeciti amministrativi contestati è stato pronunciato il non luogo a procedere (“perché non era previsto al tempo del reato”), mentre per le restanti contestazioni è arrivato un patteggiamento di sessantamila euro di multa (la Ferrovial ha anche integralmente risarcito la parte offesa, ovvero il consorzio Italferr del gruppo ferrovie dello Stato, restituendo i soldi per i conci ed i chiodi non conformi utilizzati nel cantiere del raddoppio).

Sono invece stati rinviati a giudizio due dipendenti della Ferrovial, Marco Missipipi e Francesco Esposito, che affronteranno il processo. Gli altri tre imputati, Manuel Augusto Dias Texeira, Juan Roche Garcia Santander e Guillermo Carlos Roldan Moya, tutti capi cantiere della Ferrovial, questa mattina hanno presentato un’istanza di patteggiamento che verrà ratificato domani mattina.

Al centro dell’inchiesta giudiziaria erano finiti i conci irregolari e i materiali non conformi che sarebbero stati impiegati per il raddoppio della ferrovia. La Procura nel corso dell’indagine aveva sequestrato tutti i materiali “non conformi” utilizzati nel cantiere. Dalle verifiche nel cantiere, secondo gli inquirenti, erano emerse negligenze nella realizzazione delle gallerie, dove sarebbero presenti le borchie ma non i tiranti.

A seguire l’esito dell’udienza preliminare, in tribunale, c’era anche una troupe della Rsi (la “Radiotelevisione svizzera”). L’imprenditore Cossi infatti ha trasferito il grosso della sua attività in terra elvetica dove sta seguendo importanti cantieri e quindi i media locali erano interessati agli sviluppi del processo in Italia.

Proprio i legali di Cossi, gli avvocati Luca Marafioti e Luca Luparia, alla luce dell’attenzione mediatica suscitata dal coinvolgimento dell’imprenditore nel processo hanno voluto chiarire alcuni aspetti: “Esisteva un’ATI (Associazione temporanea di imprese) tra la Ferrovial e la Cossi. Quest’ultima aveva una posizione minoritaria ed aveva eseguito solo i lavori in una galleria, quella denominata ‘Poggio’, dove non sono state riscontrate irregolarità. Siamo molto contenti che il signor Cossi sia stato prosciolto dal giudice dell’udienza preliminare per non aver commesso il fatto. Mentre per la società Cossi è stato dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione dell’illecito amministrativo: si considera prescritto infatti quando l’azione penale viene esercitata dopo 5 anni dal fatto e quindi è prevalsa la prescrizione, ma, di fatto, è una formula piena anche per la società. Tra l’altro in questa vicenda ogni aspetto di presunto danno era stato eliminato perché c’era stato un accordo, una transazione, tra Ferrovie e l’Ati composto da Ferrovial e Cossi che aveva chiuso ogni profilo di danno”.

“Va tenuto in considerazione che si tratta di una dichiarazione di non responsabilità fatta in udienza preliminare e quindi c’era già un’evidenza allo stato degli atti senza neppure sentire dei testimoni. Se il giudice non ha ritenuto di approfondire con il dibattimento vuol dire che dagli atti era già chiaro che non ci fosse nessuna responsabilità” ha precisato l’avvocato Luparia.

“I chiodi erano tutti regolari e non c’era nessun problema di difformità contrattuale né di difformità rispetto al progetto ed infatti l’opera è stata regolarmente collaudata. Siamo estremamente soddisfatti perché è emerso quello che sostenevamo dall’inizio ovvero che il signor Cossi e l’azienda non avessero nessuna responsabilità” concludono i difensori.

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