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Tirreno Power, fumata grigia nell’incontro a Palazzo Chigi: qualche speranza dal “Green Act” fotogallery

L'inchiesta giudiziaria e i ricorsi amministrativi "frenano" il tavolo tecnico romano

Vado, il corteo dei lavoratori di Tirreno Power

Vado L. Se non una fumata grigia, quasi, anche se da parte del governo resta l’impegno per cercare una soluzione al caso della centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure. E’ quanto è emerso nel vertice a Palazzo Chigi, alla presenza dei rappresentanti governativi, dell’azienda, delle istituzioni e dei sindacati.

Il sottosegretario Claudio De Vincenti ha riferito che c’è la volontà di tutelare gli impianti a carbone in Italia, con norme e provvedimenti in grado di fissare limiti emissivi secondo i migliori standard europei con le migliori tecnologie disponibili (stabilite da una legge), giustificando così gli stessi interventi di ambientalizzazione e ristrutturazione della centrale previsti dall’azienda con forti investimenti.

I provvedimenti necessari per far ripartire l’azienda da un punto di vista economico e produttivo potrebbero essere contenuti nel “Green Act” al quale sta lavorando il governo, mettendo ordine al sistema energetico ed in particolare la stabilizzazione dei requisiti previsti per gli impianti a carbone potrebbe rimettere in discussione le stesse AIA – Autorizzazione Integrata Ambientale -.

L’azienda ha chiarito la strategia che intende mettere in atto al fine di consentire la continuità’ dell’attività’ aziendale e la salvaguardia occupazionale attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali già’ previsti dalla legge. Le organizzazioni sindacali hanno sottolineato l’esigenza di garantire le prospettive occupazionali e reddituali dei lavoratori e nel contempo quella di avere certezze sul futuro dell’azienda. Governo e istituzioni regionali e locali hanno ribadito l’impegno ad accompagnare i lavoratori con gli ammortizzatori sociali e a costruire condizioni di contesto che siano utili a dare una prospettiva positiva per l’insediamento industriale.

Impegni e soluzioni che restano sullo sfondo di una situazione molto delicata, in una vertenza come quella di Tirreno Power nella quale pesa come un macigno la vicenda giudiziaria in primis (con il sequestro della centrale e 86 persone indagate dalla Procura), senza contare l’attesa per i ricorsi pendenti al Tar riunificati in una sola istruttoria. Tutto ancora nell’incertezza.

E naturalmente si accentua il “disastro occupazionale” provocato dalla chiusura della centrale, che riguarda l’indotto e la stessa filiera del carbone savonese. Contratti di solidarietà, cassa integrazione o peggio per oltre un migliaio di lavoratori savonesi.

L’aggiornamento del tavolo tecnico su Tirreno Power si terrà entro la metà del mese di settembre, quando già il Tar si sarà pronunciato sui ricorsi. E la discussione potrebbe prendere un’altra piega… Infine, a margine dell’incontro romano, anche l’aspetto tecnico della copertura del carbonile, con l’obiettivo di adeguare la prescrizione dell’AIA al decreto del Mise, facendo partire il termine di realizzazione dei lavori (sei mesi), con decorrenza dalla disponibilità degli impianti da parte dell’azienda.

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