Pericoloso?

Savona, il deposito di bitume diventa un caso: interrogazione in consiglio comunale

bitume

Savona. “E’ in fase di progetto esecutivo la costruzione di un deposito di bitume nel porto di Savona, a 300 metri dalla Darsena e dal Priamàr. Non si tratta di bitume allo stato solido (inerte) ma di bitume fuso che produce sostanze chimiche altamente tossiche e potenzialmente cancerogene”. Lo denunciano i quattro consiglieri comunali di Savona Pongiglione, Debenedetti, Aschiero e Frumento, che ieri hanno firmato e presentato in Comune un documento sul tema.

“Nove depositi (di cui 3 alti 19 metri) lungo la diga foranea, una movimentazione ipotizzata a regime fino a 400.000 tonnellate annue, con traffico di mezzi speciali per il trasporto di bitume fuso (145°- 165° centigradi) fino a 100 camion e a un treno al giorno. Inoltre si dovranno fare i conti con un probabile ‘disturbo olfattivo’ (evidenziato anche dalla Regione) in un raggio di tre chilometri: da Natarella ad Albisola a Lavagnola si potrebbe diffondere un odore solfidrico di uova marce”.

“Le informazioni sulle caratteristiche chimiche del bitume fuso e sulle criticità legate alla movimentazione e allo stoccaggio (reperibili da una diffusa letteratura di settore, insieme, purtroppo, a una casistica di incidenti rilevanti) creano seria preoccupazione e allarme nei Cittadini – proseguono i quattro consiglieri – In una Savona che si sta orientando verso il turismo e la sostenibilità (dalle crociere alle ‘Smart Cities’) ci sembra un grave controsenso introdurre (in un porto in città!) una lavorazione potenzialmente pericolosa e impattante, che comporterà anche il passaggio di bitume fuso sul territorio comunale, a conclusione di una procedura passata ampiamente sotto traccia senza l’adeguato controllo dell’Amministrazione”.

“Proprio davanti a questi dubbi chiediamo chiarimenti e una perizia indipendente, fino a una eventuale moratoria, in attesa di risposte certe, documentate e rassicuranti per la salute dei Savonesi e l’economia della Città che si deve sviluppare senza danni per gli abitanti”, concludono.

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