Tra le carte

Inchiesta Tirreno Power, l’intervista che mette nei guai l’ex governatore Burlando

Nelle carte dell'inchiesta anche un articolo di Ivg

Vado Ligure. Spunta anche un articolo di IVG.it nelle carte dell’inchiesta sulla centrale a carbone Tirreno Power di Vado Ligure. In uno dei capi d’imputazione i magistrati savonesi, in riferimento alle accuse all’ex Governatore Claudio Burlando, citano le dichiarazioni di un’intervista rilasciata dall’allora presidente della Regione Liguria alla nostra testata e nelle quali si parlava proprio dell’ampliamento dell’impianto vadese.

L’intervista rilasciata il 14 luglio del 2011 faceva diretto riferimento al via libera all’ammodernamento della centrale termoelettrica di Vado, all’indomani della conferenza dei servizi.

Nel mirino degli inquirenti è finita la dichiarazione nella quale Burlando aveva dichiarato impossibile la cosiddetta “opzione zero”, vale a dire non decidere nulla in merito al progetto di ampliamento, per Burlando “la scelta più difficile del suo mandato…”.

La delibera di giunta regionale sul progetto di ampliamento consentiva all’azienda energetica la realizzazione di un nuovo gruppo a carbone da 460 MW, modello VL6, con la copertura dei parchi carbone. All’entrata in esercizio del nuovo gruppo, doveva essere demolita una delle due vecchie unità modello VL3 da 330 MW e, dopo l’abbattimento, poteva essere realizzata una nuova unità di pari potenza, con gli stessi limiti di emissioni definiti per la VL6.

L’autorizzazione, inoltre, chiedeva all’azienda che fosse demolita al nono anno la seconda sezione a carbone VL4. Soltanto in quel momento, a condizioni ambientali verificate, si sarebbe potuto procedere con un terzo gruppo.

Tra le carte dell’inchiesta si legge come il’ex governatore ligure si sia adoperato per il “mantenimento in funzione, nello stato in cui si trovavano, dei vecchi gruppi a carbone VL3 e VL4, economicamente molto redditizi, che non avrebbero mai potuto essere autorizzati, cosi com’erano, nell’ambito di una autonoma procedura di AIA…”.

Per la Procura savonese emerge un ruolo chiave di Burlando nel condurre la trattativa con l’azienda per tenere in funzione l’impianto produttivo: “…Presentava all’opinione pubblica in forma ideologicamente falsa l’accordo tra Regione Liguria e Tirreno Power, con un articolo a sua firma dal titolo’La salute prima di tutto, ma e dovere garantire il lavoro’, laddove il lavoro era rimesso, di fatto, alla volontà potestativa dell’azienda e il problema del danno alla salute veniva proiettato in un futuro incerto (come si sarebbe poi verificato) e molto lontano nel tempo..”.

E ancora: “Esercitava una forte pressione sui sindaci dei comuni sede dell’impianto (contrari “politicamente” e pubblicamente all’ampliamento ed alla stessa esistenza della centrale, anche se avevano sempre omesso i provvedimenti autoritativi di loro competenza), tanto che l’articolo a sua firma conteneva anche il ‘rinnovo (del)l’invito ai Comuni coinvolti, nel pieno rispetto della loro autonomia e senza rinunciare alla radicalità critica della lord posizione’, a partecipare ora alla gestione e al controllo del progetto…”.

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