Contro la violenza

Commozione alla marcia per Loredana Colucci, la madre: “La magistratura si faccia sentire” fotogallery

Il fratello Fabio: "Ha pagato con la vita il suo diritto alla libertà e soprattutto si è ribellata per non essere di proprietà di un uomo che la odiava tanto da ucciderla"

Albenga. “Le donne si fanno sentire, ora tocca alla magistratura farsi sentire”. C’era anche Lucia Robertone, la mamma di Loredana Colucci uccisa una settimana fa ad Albenga dall’ex marito, alla marcia contro il femminicidio di Albenga. 

E’ stato il sindaco Giorgio Cangiano a leggere, con tanta commozione in gola, una lettera del fratello di Loredana, Fabio Colucci: “Io e mia sorella eravamo simili come il sole e la luna che non si assomigliano, ma non possono stare uno senza l’altra. Ora ti cercherò nei miei pensieri e nel mio cuore”.

Tantissime donne sono scese in piazza davanti al Comune di Albenga per poi marciare verso piazza Corridoni dove si è consumato l’efferato delitto di una settimana fa. Tutte insieme per far sentire forte il loro grido di aiuto visto che in Italia ogni due giorni viene uccisa una donna, l’ultima ieri sera a Roma. C’erano anche Nadia e S. le due figlie della donna originaria della Puglia.

C’erano anche le associazioni locali, la croce bianca, quindi le volontarie dello sportello Artemisia Gentileschi, quindi i sindaci di Alassio Enzo Canepa e di Garlenda Silvia Pittoli.

E a distanza a Castellana Grotte Fabio Colucci, fratello di Loredana, che in esclusiva per IVG ha sottolineato come “Loredana ha pagato con la vita il suo diritto alla libertà e soprattutto si è ribellata per non essere di proprietà di un uomo che la odiava tanto da ucciderla”.

Inoltre ha voluto ringraziare la comunità del comprensorio albenganese. “Solo sette giorni fa l’Italia si ritrovava per l’ennesima volta scossa dall’ennesimo caso di femminicidio più volte annunciato e passato inascoltato alle orecchie della giustizia italiana – spiega Colucci – Oggi Castellana Grotte, Albenga e Alassio, tre cittadinanze si sono ritrovate unite idealmente e concretamente in una marcia silenziosa per gridare “no” alla violenza sulle donne, per dire “basta” alla leggerezza con quale il quadro politico italiano gestisce questo disagio sociale e culturale che colpisce tutti noi e per questo vanno ringraziate”.

Colucci si augura che “manifestazioni come questa non smettano di esistere e che non passino inosservate agli occhi di chi ha il dovere di difendere le nostre madri, le nostre sorelle, le nostre figlie che come Loredana ha pagato con la vita la sua voglia di vivere da donna libera. Il femminicidio purtroppo non si arresta. Ieri a Roma un’altra donna è stata uccisa. Questa strage non ha fine e sono solo passati 7 giorni dall’assassino di mia sorella Loredana. Il DDL sul femminicidio ha mostrato tutte le sue crepe – sottolinea il fratello della vittima di Albenga – Mia sorella ha creduto nello Stato. Non è stata ascoltata ma soprattutto non è stata difesa. Non è bastato un tentativo di omicidio e la condanna a 2 anni del marito. Lo hanno scarcerato dopo 40 giorni! La certezza della pena deve esistere. Il disagio di chi attraversa queste tragedie deve essere non solo ascoltato ma difeso. Le donne non possono essere lasciate sole”.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.