Pericoloso e inquinante

Bitume a Savona, quando la protesta diventa bipartisan: attacchi da SEL e FI

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Savona. Divisi nel colore, ma uniti nel segno del bitume. Forza Italia e Sel dalla stessa parte: uno scenario normalmente impensabile, ma che diventa a realtà a Savona per via del progetto di insediamento industriale in porto che prevede la realizzazione di un deposito di bitume. Una proposta che entrambe le forze politiche bollano come pericolosa, inquinante, sostanzialmente sbagliata.

“Il comune di Savona ancora una volta si ricopre di ridicolo – tuona Enrico Schelotto, dei Giovani di Forza Italia – appartamenti di lusso (vuoti), turismo e bitume. Provate a pensare alla bella immagine che darebbe savona alle migliaia di croceristi che ogni anno approdano nel nostro piccolo porto, immaginate che bella vista ci sarebbe dal Priamar con 19 bei recipienti di schifezze alti svariati metri pronti a diffondere nell’aria un gradevole odore di uovo marcio e zolfo in un raggio di 3 km (fino ad Albisola Superiore e Lavagnola) con effetti devastanti sulla qualita della vita e soprattutto sulla salute delle persone che vi abitano all’interno… ah forse non lo sapete, il bitume liquido emana sostanze tossiche che possono portare alla morte se respirate a lungo”.

“Provate a pensare alle centinaia di camion che attraverserebbero la nostra citta per portare questa sostanza lì in porto – prosegue Schelotto – per non parlare dei treni che attraverserebbero il prolunngamento pieno di bambini a giocare. Provate a pensare a quale periocolo correrebbe la nostra città con una bomba ad orologeria pronta ad esplodere (il bitume è altamente infiammabile) nel cuore della zona piu vivace della nostra comunità. I rappresentanti savonesi forse queste cose non le hanno nemmeno calcolate, dato l’incredibile silenzio sulla vicenda da parte del sindaco e dei suoi assessori che non si sono presentati alle riunioni operative, troppo impegnati ad approvare il Crescent 2. L’anno prossimo dovrebbero paritre i lavori dopo svariati anni di assemblee per l’approvazione del progetto di cui nessuno era a conoscenza. Vogliono trasformare Savona in una discarica, non permettiamoglielo”.

Contrarietà arriva anche dallo schieramento opposto, nello specifico da Sel. “Il futuro di Savona è davvero nel turismo? – si chiedono dal circolo savonese – Non è una domanda retorica, visto il progetto potrebbe creare rischi all’ambiente, sia per quanto riguarda la pericolosità intrinseca in insediamenti di questa natura che per l’impatto sul traffico cittadino dato dai camion che potrebbero attraversare la città con il loro pericoloso carico. La caratteristica di un simile impianto non è neppure giustificato, posto che fosse un motivo, da un aumento occupazionale, in considerazione del fatto che sarebbero utilizzate solo poco persone”.

“Nel momento in cui cominciano a vedersi alcuni significativi cambiamenti, come la ristrutturazione del vecchio ospedale e il recupero di Palazzo Santa Chiara che sanano alcune delle ferite aperte in città, questo progetto è ancora più criticabile in quanto in controtendenza rispetto alla visione che da più parti si intende dare a Savona – è l’accusa – Il porto non può essere considerato una ‘repubblica indipendente’, visto il legame stretto con il centro città che lo rende parte integrante dell’abitato e delle strutture di accoglienza e ricettive e non può non farsi carico delle esigenze degli abitanti e degli operatori economici. Per questo è indispensabile una riconsiderazione di questo progetto che aprirebbe, se realizzato, una ferita difficilmente sanabile tra autorità portuale e città”.

“Savona ha dimostrato una grande sensibilità nel difendere l’autonomia del suo porto e non può che attendersi analoga sensibilità in questo caso – avvertono da Sel – Sulla vicenda si sono già buttati gli esperti in strumentalizzazioni elettoralistiche che, dopo aver taciuto per sette anni (il progetto è del 2008 e nel 2011 è solo iniziato l’iter autorizzativo), improvvisamente, e a meno di un anno dalle elezioni, sparano nel mucchio con l’unico obbiettivo di alzare polveroni, dove, al contrario, sarebbe necessario fare chiarezza ed assumere unità di intenti, in considerazione del fatto che la decisione è in mano ad altri”.

“Invitiamo quindi il comune ad attivarsi, in uno con la cittadinanza, la Camera di Commercio, l’Unione industriali i sindacati e tutti gli enti interessati ad un corretto sviluppo del territorio, al fine di convincere l’autorità portuale ad imboccare una strada più consona e coerente con il futuro che si intende costruire per Savona, cambiando anche approccio nel rapporto con la città, valorizzando il rapporto democratico ed il coinvolgimento di tutti nelle proprie scelte”, concludono.

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